Non c’è niente da fare: Dio non imparerà mai. Ma che senso ha gettare il seme a caso, fingendo di non accorgersi che una parte finisce sulla terra calpestata e indurita della strada, un’altra in mezzo ai rovi e alle spine?
Così è Dio, talmente ottimista da sperare che il seme della Parola possa penetrare il nostro cuore indurito e ferito, e portare frutto, così folle da sapere che il seme è più forte delle spine e della siccità, così innamorato dell’umanità da seminare sempre, con abbondanza e generosità, il seme della Parola.
Ed è così: Dio vede, e anche noi, che, almeno una volta su quattro, il seme porta frutto in maniera esagerata. E noi, innamorati dell’innamorato, sedotti da tanta generosità, inebriati da tanto apparente spreco, lasciamo che sia il seme a esercitare la sua forza, lo lasciamo lavorare, lo lasciamo crescere e portare frutto…
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