Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2021

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Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia.

Questa profezia è uno dei tanti ritratti che Dio dona al suo popolo del Messia che un giorno dovrà venire. Essa non è l’unica, né la sola in Isaia. Essa ci manifesta alcune verità essenziali che caratterizzeranno il Messia del Signore.  Coglierle è vita eterna per noi.  Il Messia è vero servo di Dio. È il servo che è in tutto fedele a Dio. È il servo dal servizio pieno, dall’obbedienza perfetta. È il servo che è sempre il servo, che mai si discosta dal compiere la volontà del suo Signore e Dio.      

Questo servo non si è scelto da sé. È stato scelto da Dio. È Dio che lo ha chiamato. È Dio che lo ha inviato. È Dio all’origine della sua vocazione e della sua missione. Egli è sempre da Dio in tutto, in ogni cosa. Il servo vive per compiere la volontà del Padre. Questo servo è il prediletto di Dio. È prediletto fin dall’eternità. È il suo prediletto, perché è il suo Figlio Unigenito, l’unico e solo Figlio di Dio per generazione eterna. Il Figlio è la vita stessa del Padre. Il Padre non ha altra vita, se non il Figlio. Il Figlio non ha altra vita se non il Padre. Ogni altra vita è in questa vita del Padre per il Figlio, del Figlio per il Padre. La predilezione è anche in ordine all’obbedienza. Il Servo del Signore vive solo per fare la volontà del Padre. Vive nell’eternità per essere tutto del Padre, per donarsi tutto al Padre. Vive sulla terra per essere solo del Padre e di nessun altro. Quella di Dio verso di Lui è predilezione di amore eterno che diviene predilezione di amore nel tempo. Per tutta l’eternità, per tutto il tempo. Ieri, oggi, per i secoli eterni.  In questo servo Dio si compiace.

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Dio si compiace in una persona per una sola cosa: per il dono che questa gli fa della sua volontà. Più totale è il dono, più la compiacenza è grande. Il Servo ha consegnato al Padre le sue due volontà: quella che è della sua vera umanità e l’altra che è della sua vera divinità. Il servo è vero Dio e vero uomo, perfetto Dio e perfetto uomo. Si è consegnato al Padre nella sua verità divina e nella sua verità umana. Sempre nel cielo, sempre sulla terra, come nel cielo, così sulla terra. La consegna è perfetta, completa, totale, fino alla morte e alla morte di croce. Sul suo servo Dio pone il suo Spirito. Nessun uomo può compiere la volontà del Padre senza che lo Spirito Santo si posi sopra di lui. Sul Servo Dio pone il suo Santo Spirito in tutta la ricchezza dei suoi doni di grazia e di verità. Con lo Spirito Santo sopra di Lui il servo conosce tutta e sempre la volontà del Padre e sempre con la sua grazia la compie tutta in ogni istante. Solo il Servo conosce tutta la verità di Dio e dell’uomo. Solo il Servo la può annunziare integra e pura ad ogni uomo. Senza la conoscenza che ci offre il Servo nessuno mai potrà conoscere con esattezza e in pienezza la verità del Padre nella quale è verità dell’uomo e senza di Lui nessuno mai la potrà compiere.

 

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 12,14-21

Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga; ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene». E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra. Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni.

Il servo ha una missione ben precisa da svolgere: annunziare la giustizia alla genti. La missione del Servo non è limitata al solo Israele, al popolo dell’Alleanza. La sua missione è universale. Essa è per ogni uomo, di ogni tempo, di ogni razza e lingua. Tutti i popoli della terra se vorranno conoscere cosa è veramente la giustizia – la perfetta conoscenza della volontà di Dio – devono attingerla nella Parola e dalla Parola del Servo del Signore, che è uno ed uno solo.  Non contenderà. Il Servo non verrà per litigarsi qualcosa, per fare guerra per qualcosa. Lui verrà per farci un dono di grazia e di verità. Non verrà per togliere qualcosa a qualcuno, o per pretendere qualcosa da qualcuno. Lui verrà per rivelarci il Padre, la sua volontà, per darci la grazia del Padre. Ad ogni uomo la grave responsabilità di accogliere o di rifiutare il suo dono. Nell’accoglienza la vita, nella non accoglienza la morte.

Non griderà. Grida chi deve imporre qualcosa. Il Servo non viene per imporre, viene per proporre, per offrire, per dare, per regalare. Viene per farci dono della vita eterna. La sua sarà un’offerta di vera pace. Poiché è un’offerta, ad ogni uomo la decisione di farla sua o di rifiutarla. Non si udrà sulle piazze la sua voce. Il Servo del Signore parlerà ai cuori, illuminerà le menti. Per questo non ha bisogno di gridare sulle piazze. Il Servo è il solo capace di parlare con il silenzio, fissando negli occhi, leggendo il cuore. Il Servo parlerà dall’alto della croce al mondo intero. Parlerà con la sua santità, che è pazienza, dolcezza, misericordia, compassione, carità. Parlerà lenendo e curando, sanando e liberando. Parlerà lavando i piedi e piegandosi sull’uomo infermo e malato. Il linguaggio del Servo del Signore è molteplice, ma è sempre mirabile. È il linguaggio della carità e della verità. È il linguaggio della semplicità, dell’umiltà, della mitezza, della povertà in spirito, dell’infinita compassione. Il suo è un linguaggio veramente nuovo.

La canna infranta non spezzerà. La canna infranta è l’umanità piegata e piagata dal peccato della colpa antica. Gesù non viene per spezzare la nostra umanità, per romperla del tutto. Viene per sanarla, guarirla, elevarla, confortarla, rimetterla nuovamente nella pienezza della vita e in una pienezza ancora più sovrabbondante di quella ricevuta nel giardino dell’Eden all’atto della creazione. Lui metterà tutta la sua perizia, scienza, arte, amore, compassione e pietà e farà sì che la canna si rialzi e s’innalzi nuovamente verso il cielo, verso Dio. Non spegnerà il lucignolo fumigante finché non abbia fatto trionfare la giustizia. Anche se l’uomo è stato ferito mortalmente dalla colpa antica, ancora l’alito della vita è fumigante in lui, non è stato spento completamente. Il Servo del Signore viene per accendere di nuovo la fiamma della nostra vita e per farla brillare in tutto l’universo. Lui accende la nostra fiamma con il lucignolo della fede e con l’olio della grazia.

La giustizia trionferà riportando ogni uomo nella vera conoscenza della volontà del Padre. Ma il Servo proprio per questo viene, per dare ad ogni uomo l’eterna verità dalla quale è stato tratto per creazione e nella quale deve ritornare se vuole entrare in possesso della sua vita. Nel suo nome spereranno le genti. Ogni uomo è gravato dalla pesante eredità del peccato antico. Ogni uomo nel suo cuore anela e aspira per la conquista di questa libertà interiore ed esteriore. C’è una schiavitù visibile, ma ce n’è una anche invisibile che è molto più pesante. Le genti sperano in questa liberazione. Il Servo del Signore non deluderà mai nessun uomo. Chi spera in Lui mai resterà deluso. Chi accoglie Lui veramente potrà liberarsi. C’è nel cuore di ogni uomo questa speranza di libertà. Il Servo del Signore sa come portare luce e verità, libertà e salvezza a tutti coloro che veramente attendono di essere liberati. Questa speranza è la vera forza dell’evangelizzazione. Se non ci fosse questa speranza nei cuori, mai ci potrebbe essere possibilità di dialogo di salvezza con l’uomo.  È grande la missione del Servo del Signore. È in Lui e per mezzo di Lui che il Signore Dio porterà l’uomo nella sua verità.  È per Lui e in Lui che l’umanità intera potrà ritrovare se stessa.  L’umanità intera, non una parte di essa, non qualche uomo soltanto. Madre del Figlio dell’Altissimo, che per noi si è fatto servo, aiutaci. Vogliamo essere in Lui servi del Padre.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.