«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
Il profeta Amos rivela tutta la durezza di cuore dei figli del suo popolo. Dio lo ha provato diverse volte e in molti modi, ma nessuno è tornato a Lui, al suo Dio, con retta e sincera conversione.
Ascoltate questa parola, o vacche di Basan, che siete sul monte di Samaria, che opprimete i deboli, schiacciate i poveri e dite ai vostri mariti: «Porta qua, beviamo!». Il Signore Dio ha giurato per la sua santità: «Ecco, verranno per voi giorni in cui sarete portate via con uncini e le rimanenti di voi con arpioni da pesca. Uscirete per le brecce, una dopo l’altra, e sarete cacciate oltre l’Ermon». Oracolo del Signore.
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«Andate pure a Betel e peccate, a Gàlgala e peccate ancora di più! Offrite ogni mattina i vostri sacrifici e ogni tre giorni le vostre decime. Offrite anche sacrifici di lode con pane lievitato e proclamate ad alta voce le offerte spontanee, perché così vi piace fare, o figli d’Israele». Oracolo del Signore Dio.
«Eppure, vi ho lasciato a denti asciutti in tutte le vostre città, e con mancanza di pane in tutti i vostri villaggi; ma non siete ritornati a me». Oracolo del Signore.
«Vi ho pure rifiutato la pioggia tre mesi prima della mietitura, facevo piovere sopra una città e non sopra l’altra; un campo era bagnato di pioggia, mentre l’altro, su cui non pioveva, seccava. Due, tre città andavano barcollanti verso un’altra città per bervi acqua, senza potersi dissetare; ma non siete ritornati a me». Oracolo del Signore.
«Vi ho colpiti con ruggine e carbonchio, vi ho inaridito i giardini e le vigne; i fichi e gli olivi li ha divorati la cavalletta; ma non siete ritornati a me». Oracolo del Signore.
«Ho mandato contro di voi la peste, come un tempo contro l’Egitto, ho ucciso di spada i vostri giovani, mentre i vostri cavalli diventavano preda; ho fatto salire il fetore dai vostri campi fino alle vostre narici; ma non siete ritornati a me». Oracolo del Signore. «Vi ho travolti come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra, eravate come un tizzone strappato da un incendio; ma non siete ritornati a me». Oracolo del Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele! Poiché questo devo fare di te: prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele! Ecco colui che forma i monti e crea i venti, che manifesta all’uomo qual è il suo pensiero, che muta l’aurora in tenebre e cammina sulle alture della terra, Signore, Dio degli eserciti è il suo nome (Am 4,1-13).
Il Signore si manifesta come il solo Dio della storia e della creazione, si rivela come il solo Signore del cielo e della terra, ma il popolo non torna a Lui, non si converte. Persevera sulle vie della disobbedienza all’Alleanza verso la quale si era impegnato con solenne giuramento.
Viene Gesù. Lui non porta carestie. Non chiude il cielo perché non scenda la pioggia. Neanche chiama cavallette e locuste perché distruggano i raccolti. Lui invece opera cose stupende per il suo popolo. Per i figli di Israele compie ogni miracolo, ogni prodigio. Dona la vista ai ciechi. Purifica i lebbrosi. Risuscita i morti. Dona nuovo vigore ai paralitici. Libera dagli spiriti impuri. Non c’à miracolo o prodigio che lui non compia. Quali sono i frutti? Come al tempo di Amos e degli altri profeti il popolo non si converte, non ritorna al suo Dio e Signore con sincero e reale pentimento. Chiede i miracoli ma rimane nella sua disobbedienza.
La non conversione attesta quanto sono amari i frutti del peccato. Esso veramente produce la morte dell’intelligenza, del cuore, dell’anima, della volontà. Esso giunge fino alla trasformazione della nostra natura da luce in tenebre, da verità a falsità, da essere stata creata ad immagine del suo Creatore e Signore ad immagine dell’angelo delle tenebre. La natura corrotta, devastata, trasformata solo uno la può guarire, risanare, ricondurre in vita: Cristo Gesù per mezzo del suo Santo Spirito.
Noi sappiamo che questa natura corrotta non solo non è ritornata a Dio, in più ha deciso di uccidere lo stesso Autore della vita, Il Figlio Unigenito del Padre, venuto nella carne al fine di operare la nostra redenzione. Potenza di ieri. Potenza di oggi. Oggi la potenza del male è così spavalda che ha deciso di schiacciare la testa della Vergine sotto i suoi piedi. Ha messo in atto un disegno così perverso che nessun uomo sulla terra potrà ostacolare, fermare, impedire che venga portato a compimento. Chi può impedire che questo perverso disegno non si compia è solo Lei, la Madre nostra Celeste. Solo Lei può impedire che Satana e i suoi figli non le schiacciano la testa, schiacciando la testa di quanti credono e hanno creduto in Lei, consacrando a Lei la loro vita per portare qualche altro uomo al Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore. Ma noi sappiamo che Lei è sempre intervenuta nella storia e sempre interverrà impedendo alle potenze degli inferi di produrre stragi di anime semplici e di cuori che ancora vogliono credere in Lei, che è Madre del Figlio Unigenito del Padre confessando la sua gloria con purezza di verità e di dottrina.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 11,20-24
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Per ogni dono di grazia e di verità, anche se rifiutato, calpestato, rinnegato, l’uomo è responsabile in eterno dinanzi al suo Signore. È responsabile per aver massacrato la sua intelligenza, per non aver usato la sua volontà lasciandosi governare dai suoi istinti di peccato, per non aver operato ogni sano discernimento, per aver camminato nella storia come un cieco, un sordo, un muto nei riguardi della verità, per essersi consegnato tutto alla falsità e alla menzogna. È responsabile per aver scoraggiato quanti temono Dio e per aver incoraggiato i violenti, i prepotenti, i superbi, ogni forza del male. È responsabile per ogni altro dono di grazia, di luce, vita eterna. Più si riceve da Dio e più grande è la nostra responsabilità. Si è responsabili per aver rinnegato Cristo Gesù e la Madre sua che con grande amore hanno tutto operato e tutto operano per la salvezza dell’uomo, senza negare alcun dono spirituale e materiale.
Ma queste cose le dice Cristo Gesù che sempre parla nello Spirito Santo. Per quanti lo ascoltano Cristo Signore è solo un misero uomo, un pazzo, uno che è fuori di sé, uno che pensa ancora che l’uomo si possa convertire, uno che non conosce la potenza del male e ignora la forza dei suoi tentacoli di morte e di perdizione. Cristo Signore mai è caduto in questa trappola che Satana aveva scavato sulla sua strada. Lui vedeva con gli occhi del Padre e il Padre sa che con la potenza trasformatrice, creatrice, rinnovatrice del suo Santo Spirito molti cuori torneranno a Lui, lasciandosi fare nuove creature. È questa la differenza tra Cristo Gesù e il mondo delle tenebre. Gesù vede dal cuore del Padre e sa che il suo sacrificio avrebbe operato conversione e salvezza. Gli uomini vedono con gli occhi di Satana e si ostinano nella loro morte e nel loro peccato. Non solo. Consumano le loro energie di male con la presunzione di riuscire a schiacciare sotto il loro piedi Colei che sempre schiaccerà Satana.
Madre di Dio, donaci occhi di Cielo perché anche noi vediamo e crediamo. Ci porremo a servizio della salvezza e della redenzione. Amen.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.