Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 12 Luglio 2021

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Seguire Gesù

Queste parole di Gesù, tutte le parole che troviamo in questa pagina del vangelo, possono sembrare scollegate, senza una connessione l’una con l’altra. Eppure mi sembra che abbiano un centro attorno a cui tutte convergono, e questo centro è Gesù stesso.

Sì, la nostra vita cristiana forse a volte si ammanta di tante parole, fini secondari, attività e impegni che facciamo coincidere con le esigenze della sequela del Signore Gesù, eppure in mezzo a tante vorticose esperienze rischiamo forse, talvolta, di perdere di vista che il vangelo è Gesù Cristo e che Gesù Cristo è il vangelo.

Gesù è colui che vale la pena seguire a costo anche delle persecuzioni, a costo anche che le nostre relazioni più strette e intime vengano recise e coloro che ci amavano si rivoltino contro di noi. Certo, questo è impegnativo: richiede l’accettazione anche di una solitudine, del fatto che relazioni che stavano a noi molto a cuore si interrompano e anzi si rivoltino contro di noi; richiede la capacità di andare, se necessario, anche controcorrente rispetto alle dominanti mondane in cui possiamo essere immersi. Eppure la relazione di ascolto, di accoglienza, di sequela del Signore Gesù è preziosa, è donatrice di senso e di pienezza di vita a tal punto che vale la pena anche relativizzare tutto ciò e rinunciarvi, se necessario, per viverla, per accoglierla, per custodirla.

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E le parole che Gesù pronuncia sull’amore per i familiari e sulla necessità di prendere la propria croce non sono tanto degli impegni o dei doveri che lui chiede al discepolo, ma sono l’espressione di come stanno realmente le cose, sono la rivelazione di come si può fare per seguire veramente Gesù: di fatto, se si ama di più il padre o la madre o i figli che Gesù, se non si accetta di prendere ogni giorno la propria croce, il prezzo della fedeltà alla nostra condizione umana e cristiana, di fatto, è così, non si può seguire Gesù, a un certo punto va a finire che si torna indietro, che si è come risucchiati all’indietro, che si smentisce la relazione di fedeltà, si viene meno all’alleanza.

E, infine, se non si accoglie nei suoi inviati la parola che il Signore Gesù ci rivolge si perde di vista ciò che è più importante, non riconosciamo la visita del Signore, non sappiamo discernere i segni del Regno di Dio che viene a noi e si fa vicino.

Ecco, dunque, le parole di Gesù ci insegnano come fare a non mancare la nostra vita, la nostra vita umana, la nostra vita cristiana e i nostri impegni, nel suo nome, di amore e di alleanza. Sì, il Signore non è venuto a imporre pesi, ma a toglierli (cf. Mt 11,28-30), e perciò anche le parole di questa pagina del vangelo, che forse a una prima lettura possono sembrare dure e opprimenti, in realtà ci annunciano una buona notizia: la buona notizia dell’offerta da parte del Signore di quella relazione di sequela e intimità con lui per cui vale la pena relativizzare tutto il resto, tutte le altre nostre relazioni, innestare tutte queste in Cristo e saper accettare anche le rotture, le separazioni, le rinunce necessarie. Sì, l’amore che il Signore ha per noi è la buona notizia che dà senso e pienezza alla nostra umana esistenza!

sorella Cecilia


Fonte

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