Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo che, ci ammonisce Gesù, non accarezza ma scuote. Ed è la comunità matteana a farne esperienza: dopo la caduta del tempio il giudaismo ufficiale “scomunica” i discepoli del Nazareno e, all’interno delle famiglie avviene una drammatica rottura.
Gesù, allora, ammonisce i suoi: lui è più grande del più grande amore che possiamo sperimentare su questa terra. Seguirlo significa mettere in conto di andare fino in fondo, fino al punto di rottura, fino alla croce che non è in alcun modo una prova che Dio ci manda ma la risolutezza nel vivere il Vangelo fino alla fine.
Così ha fatto Gesù, preferendo morire piuttosto che rinnegare il volto di Dio che ha raccontato con passione. Trovare accoglienza, in un clima di ostilità, cosa che hanno vissuto le prime comunità e che vivono ancora oggi molti fratelli, è un gesto che riceve ricompensa divina.
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