Da un po’ di tempo si è aperta una nuova tipologia di università; quella della tuttologia. Molti sono gli iscritti e molti i laureati. Non è difficile vedere gente che in tempo di niente passano dal mestiere di virologi a quello di allenatore della nazionale. Tutti oggi si sentono il dovere di dire qualcosa, magari senza essere nemmeno informati dei fatti.
Gesù oggi ci consegna una parola un po’ ostica per noi che ci crediamo un po’ dei super-man. C’è qualcuno che è più grande di me; c’è un maestro a cui devo “sottostare”. Riconoscersi piccoli è sempre un cammino difficile da intraprendere, riconoscersi bisognosi di qualcuno; rimettersi nelle mani di qualcuno ci mostra la nostra fragilità. Eppure lo stesso Cristo ci ha dato l’esempio nell’orto degli ulivi quando si rimette alla volontà del Padre, «Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» Riconoscersi discepoli, e non maestri, non è un qualcosa che ci annulla, anzi c’innalza da terra ci pone nell’atteggiamento di chi sta camminando. Abbiamo bisogno di sentirci tutti un po’ discepoli
La tua vita da discepolo come procede? Ti stai affidando a qualche “maestro”?
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