“La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Siamo più soli che mai in questo mondo massificato che privilegia gli interessi individuali e indebolisce la dimensione comunitaria dell’esistenza” (Papa Francesco, Fratelli tutti).
Con queste premesse Papa Francesco individua nella dicotomia di una società iperconnessa e unificata economicamente, ma separata nei rapporti umani, una delle radici del male che ostacolano lo sviluppo di una fraternità universale.
Ed ecco che Gesù nel Vangelo di oggi ci invita, nella nostra missione di cristiani, a colmare quei vuoti di solitudine. “Il regno dei cieli è vicino” ed è già sulla Terra, laddove una mano tesa verso il prossimo si dimentica del proprio interesse per costruire una nuova comunione fraterna.
Una comunione che non può esistere se non è generata in uno spirito di dono gratuito, che non cerca il contraccambio, perché consapevole che ciò che si offre al fratello è ciò che in principio ci è stato donato in una “misura buona, pigiata, scossa e traboccante” (Mt 6, 38).
Per riflettere
Quanto è pesante la nostra bisaccia? Il carico che portiamo con noi è utile al nostro cammino di fede e all’annuncio del regno dei cieli?
Preghiera finale
Missione è partire, camminare, lasciare tutto, uscire da se stessi,
rompere la crosta di egoismo che ci chiude nel nostro Io.
È smettere di girare intorno a noi stessi
come se fossimo il centro del mondo e della vita.
È non lasciarsi bloccare dai problemi del piccolo mondo
al quale apparteniamo: l’umanità è più grande.
Missione è sempre partire, ma non è divorare chilometri.
È, soprattutto, aprirsi agli altri come a fratelli, è scoprirli e incontrarli.
E, se per incontrarli e amarli è necessario attraversare i mari
e volare lassù nel cielo, allora missione è partire fino ai confini del mondo.
(Dom Hélder Câmara)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi