Il rischio, la libertà e la bellezza della sequela.
Questo potrebbe essere il condensato della odierna pagina evangelica.
“ Ti seguirò ovunque tu vada “.
E’ una frase bellissima, che, però, per avere senso, deve essere pronunciata con consapevolezza e non in preda ad uno “ slancio emotivo “.
Puo’ capitare, a termine di un bel ritiro, di alcuni giorni trascorsi in montagna nel silenzio, di sentire, dentro di se, una voglia più forte di seguire Gesu’.
In quei momenti nasce spontaneo dire: “ Ti seguirò ovunque tu vada “.
Ma è spesso frutto non di una scelta solida ma di un’emozione, di uno stato transeunte di euforia, che non consente di dare seguito a quell’intenzione, che si spegne quasi subito appena ci si ritrova nuovamente travolti dalla frenesia della vita quotidiana.
Gesu’ vuole oggi, quindi, metterci in guardia.
Ci dice che seguirlo è meraviglioso ma “ rischioso “.
Significa, infatti, uscire da “ tane “ e “ nidi “ sicuri per percorrere un percorso che, spesso, non si comprende dove porti, e che ha, come unica roccia su cui contare, la piena fiducia in Lui, anche nei momenti bui, anche nei momenti in cui non si sa dove “ posare il capo “.
E’ rischioso quindi, ma è anche esigente, richiede di dare a Lui la priorità, non consente di voltarsi indietro neppure per “ andare prima a seppellire il proprio padre “ perché il cammino è proiettato in avanti, è proiettato verso la libertà assoluta.
Gesu’ ci dice: “ Cammina, seguimi, vieni dietro di me, e lascia a chi è già morto dentro, a chi, cioè, ha voglia di stare fermo, di seppellire altri morti. TU, INVECE, VIVI “.
Il nostro Signore è il Dio dei vivi, non dei morti.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.