don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 27 Giugno 2021

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         1° Lettura

 

– Due secoli prima di Gesù

(Libro della Sapienza scritto verso il IV secolo a.C.)

si pensava che i morti rimanessero

in un sonno permanente… una specie di stand-by.

 

Al tempo di Gesù

i Sadducei (materialisti) pensavano che la morte

fosse la fine di tutto;

i farisei invece credevano nella risurrezione dei morti.

 

– Ma le domande più inquietanti

che si ponevano loro e ci facciamo pure noi sono:

         “Perché bisogna morire ?

         “Ma Dio ci ha creati per la morte?”

 

         Se Dio è il Dio della vita…

         da dove viene allora la morte ?

 

Dobbiamo fare una distinzione tra:

         – la morte fisica, biologica,

sempre esistita;

l’organismo umano si deteriora, si consuma e

termina il suo ciclo…

Per il credente la morte è un passaggio,

una partenza, un trasferimento, una liberazione…

Non è ritenuta un castigo;

ma semplicemente la presa di coscienza di un ciclo vitale

che ha avuto un inizio ed ha necessariamente una fine…

come ogni cosa creata ed esistente.

 

         – la parte spirituale, umana, morale di noi…

la persona come coscienza, valori,

lo spirito, gli affetti, il ricordo che resta,

il suo patrimonio di bene e di cultura,

il bene fatto, lo spirito che ci ha caratterizzato, ecc…

questa parte “spirituale” della persona

questa non può decomporsi e morire come la materia.

Questa rimane, perché è spirito e non può decomporsi.

 

Allora quando moriamo fisicamente,

che ne è dello spirito?

Quando si dice che una persona è morta,

cosa significa veramente?

Di che morte stiamo parlando?

 

“Fanno l’esperienza della morte

coloro che stanno dalla parte del diavolo” (v.25).

         (il diavolo considerato la concretizzazione

         e il simbolo di tutti i mali, compresa la morte.)

 

L’uomo muore realmente

(anche se è ancora biologicamente giovane)

quando cessa di amare

ed essere amato,

quando si ripiega su se stesso,

diventa egoista, si chiude in se stesso,

si allontana dall’amore, dallo Spirito che vivifica,

da Dio (fonte della vita).

 

Il diavolo è ciascuno di noi;

è la persona stessa diavolo di se stessa,

nel momento che fa delle scelte di morte:

odia, fa violenze, è gretto,

si chiude in se stesso…

addomestica la morale alle sue esigenze ed egoismi.

Questa persona è già morta,

anche se è viva, scherza,

è ricco e racconta barzellette…

 

 “Chi ama la propria vita la perde (muore)”

         – ha detto Gesù –

“e chi perde la propria vita per me… la salva”

(anche se viene bruciato vivo)…

E’ evidente che Gesù non sta parlando

della vita o della morte biologica

ma di quella spirituale, morale,

di ciò che costituisce il valore della persona,

che non è dato dal suo peso sulla bilancia,

quanto piuttosto dal suo animo,

dai suoi valori, dal suo coraggio,

dal bene fatto

e dalla bontà con cui è vissuto

e che ha caratterizzato la sua vita.

 

Mosè dice al suo popolo:

“Io vi metto davanti la vita e la morte.

Scegli la vita,

perché possa vivere tu e la tua discendenza…”

 

 

         VANGELO

 

– Questa pagina del Vangelo

presenta alcuni riferimenti strani:

  1. la donna malata è il popolo ebreo malato

e sta perdendo sangue (la vita) un poco alla volta…

 

la bambina morta è il popolo ebreo stesso

(i 12 anni della bambina

stanno a significare le 12 tribù di Israele)

 

– Aver inserito e intrecciato i due miracoli,

quello della donna che perde sangue

e quello della bambina morta

in un medesimo racconto e momento

è segno che i due fatti assumono

un significato e un valore simbolico:

quella donna che perde la vita poco per volta

e la bambina già morta,

rappresentano un po’ ciascuno di noi:

siamo noi che stiamo morendo

ogni giorno un poco di più

e abbiamo bisogno estremo di incontrare

chi è in grado di restituirci un po’ di vitalità:

un amore,

la serenità,

un perdono,

un lavoro,

Dio…

 

– Gesù non teme di farsi toccare da una donna

e non si sente contaminato,

nè reso impuro legalmente o moralmente;

e tanto meno per aver preso per mano una morta;

anzi il suo “tocco” è vita !

 

– Una sottolineatura

ben marcata del Vangelo di oggi

perché è rivolta a noi

affinchè abbiamo da viverla

imitando i due protagonisti del Vangelo,

è data dalla fede di quel padre della bambina

che vede Gesù come unica sua salvezza;

e dalla fede della donna:

“Se riesco a toccare anche solo l’orlo del suo mantello…

Sono salva!”

 

-Questa è la salvezza:

la guarigione,

ricuperare vita.

 

Attualizzazione:

 

– Il riserbo a toccare un cadavere,

o un lebbroso,

o una donna malata e che perde sangue (vita)

che esisteva ai tempi di Gesù…

è il medesimo atteggiamento

che abbiamo tutti nei confronti

oggi

dei malati contagiosi,

dei nomadi, degli zingari,

degli immigrati, dei neri,

verso gli omosessuali, prostitute, drogati, ecc…

 

N.B.

Queste massicce immigrazioni, comunque

le abbiamo favorite noi, occidentali, europei,

con le nostre politiche dissennate:

Es. uccidendo i capi di Stato

che ci davano fastidio

o per impadronirci di fonti di energia.

 

Perché gli immigrati africani in particolare

sono tutti giovani, forti e aitanti?

Sono i migliori elementi

che il clan famigliare cerca di salvare

mandandoli in Europa…

per il bene di tutto il clan.

 

Mi ha sempre fatto impressione

osservare al momento dello sbarco

i giovani e le donne

che arrivavano in Italia con mezzi di fortuna:

nessuno sembra essere contento,

nessuno ride,

nessuno fa gesti di festa…

Chissà quante ne hanno passate!

Da ricordare:

         Diamo due euro al povero che incontriamo.

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