don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 17 Giugno 2021

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Attenzione ai “superapostoli” di oggi!

Nel brano di oggi Paolo tratta uno dei problemi principali che lo hanno indotto a scrivere questa lettera: quello dei cosiddetti “superapostoli”. Si tratta di cristiani che diffondono idee diverse da quelle insegnate dalla Chiesa ufficiale, indebolendo così la comunione dei fedeli con Cristo. Lo fanno con un atteggiamento di “superiorità”, cioè presentando le loro idee come migliori rispetto alla dottrina insegnata dagli stessi Apostoli istituiti da Cristo (per questo li chiama ironicamente “superapostoli”). Essi, in realtà, che lo sappiano o no, sono falsi apostoli e agiscono in nome del «serpente che con la sua malizia sedusse Eva», perché a causa loro pensieri i fedeli vengono «traviati dalla loro semplicità e purezza…». L’ipocrisia dei superapostoli è mostrata anche dal fatto che, a differenza di Paolo, non annunciano il vangelo gratuitamente, ma ricercano un vantaggio economico.


Sono mercenari, non veri pastori, che conducono parte del gregge di Cristo su luoghi impervi e scivolosi, dove le pecore possono cadere rovinosamente ed essere sbranate dai lupi.

Quanto è attuale questa pagina della Seconda lettera ai Corinzi!

Paolo biasima i cristiani di Corinto scrivendo: «Se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi … voi siete ben disposti ad accettarlo!».


Da notare che il problema di fondo, dal punto di vista della fede, è che si mette la parola di “uno”, di un singolo, del “primo venuto”, al di sopra del “noi“, cioè della parola ufficiale della Chiesa! In genere questo avveniva perché si dava ascolto a false rivelazioni che sembravano provenire dal Cielo e si dava ad esse maggiore importanza rispetto all’insegnamento degli Apostoli. Infatti, Paolo scrive altrove:  «Se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema» (Gal 1,8).

Oggi purtroppo questa tendenza è molto diffusa e stanno prendendo piede ovunque cerchie settarie di fedeli che rompono la Comunione con la Chiesa universale e diocesana in nome dei loro “superapostoli” (considerati “più santi” degli altri), e in nome di false rivelazioni celesti, in cui c’è lo zampino del “Divisore”.


Nel vangelo di oggi Gesù invita a pregare non confidando nella forza delle parole ma nella fiducia filiale che anima la nostra preghiera. Ciò non significa che non si possano usare anche molte parole nella preghiera (come insegnano i santi!), ma che queste sono inutili se nel nostro cuore non desideriamo prima di tutto che si compia in noi la volontà del Padre. La preghiera che egli insegna diviene il criterio per capire se preghiamo bene. Normalmente quando preghiamo iniziamo da noi stessi. Il Padre nostro ci insegna, invece, a iniziare preoccupandoci prima di tutto della gloria di Dio, del suo regno, della sua volontà! Il “pane quotidiano”, come insegna sant’Agostino, non è solo il sostentamento materiale, ma è la santissima Eucaristia e la Parola di Dio che riceviamo ogni giorno (cf. Serm. 58,4.5).

Se chiediamo “ogni giorno” il dono della Santissima Eucaristia, ci preoccupiamo anche di riceverla, con cuore umile e adorante, ogni giorno?

Questo è solo un esempio di come il Padre nostro rappresenti, sin dai primi secoli, un baluardo della vera dottrina cristiana. Meditandolo, con l’aiuto del Magistero della Chiesa, siamo custoditi nella retta fede e dagli inganni dei superapostoli del nostro tempo.  

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