p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 11 Giugno 2021

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Il grande mistero della salvezza è come faccia Dio a trarre del bene dal male. Il grande mistero della salvezza è come faccia Dio a continuare ad amare questo mondo. Il grande mistero della salvezza è dato dal fatto che Dio non interviene a salvarci dal male togliendoci le castagne dal fuoco, ma continuando ad amarci e ad amare ad oltranza. Il grande mistero della salvezza è il fatto che Dio si è fatto come noi per salvarci dai casini che facciamo, ma non togliendo nulla alla nostra libertà e responsabilità. Il grande mistero della salvezza è il Cristo che, nato fra noi come incarnazione del Padre e dello Spirito, ha risposto al male col bene morendo in croce, dando se stesso, pur di non rispondere al male col male.

Questo atteggiamento di Dio, un atteggiamento da Sacro Cuore appunto, a noi piace ma ci scandalizza allo stesso tempo. Bisogna avere un Cuore Sacro per vivere da Sacro Cuore. Noi, che pensiamo di essere meglio di Dio, avremmo agito diversamente. Noi ci saremmo dati le mani d’attorno per organizzare una buona guerra risolutiva, risolutiva al momento, naturalmente: unica cosa che alla fine ci interessa.

Il Cuore Sacro di Dio incarnato nel Sacro Cuore di Gesù, ha deciso di rispondere al male col bene. Al male che voleva ucciderlo ha risposto donando la propria vita. Vita che a Lui nessuno ha tolto perché ha donato se stesso liberamente.

Ha risposto al male col bene e non ha risolto nulla, secondo le nostre categorie umane. In realtà una cosa l’ha risolta: ha vissuto in libertà la sua scelta; non si è fatto condizionare dal male ma ha tenuto la barra dritta sul bene; non è andato ad alimentare il male ammucchiando male sul male, rinunciando al male e scegliendo il bene.

Noi vogliamo soluzioni al problema del male, ma l’unica soluzione che abbiamo è quella di rispondere al male col male, perché il male lo si può sconfiggere solo con altro male: di questo ne siamo convinti. Così il male dilaga, il male aumenta, il male si autoalimenta con le nostre scelte di male che apparentemente risolvono il problema.

Se i migranti hanno la scabbia ricacciamoli in mare: al male si risponde col male. Se i migranti hanno la scabbia, che non è poi una brutta bestia, curiamoli, e non ci vuole molto, rispondendo al male col bene. Questa è soluzione dei problemi non in modo apparente ma in modo reale. Lo stesso dicasi per il virus che ci perseguita.

Il costato trafitto del Cristo da cui sgorga sangue ed acqua questo ci dice: fino a che ho una goccia di sangue che scorre nelle mie vene non smetterò di scegliere il bene a costo di farmi male, a costo di lasciare che il male mi faccia male. Ma anche quando il male mi farà male io continuerò a fare il bene e ad essere bene.

È una sfida, una sfida titanica per noi uomini. Ma è una sfida bella da vivere se vissuta con Dio Padre e coi fratelli figli dello stesso Padre. È una sfida che siamo chiamati a vivere se vogliamo un mondo migliore, un mondo di bontà, essere del Sacro Cuore.

La violenza sia essa politica, come religiosa, come economica, come militare, non ha mai risolto nulla, ha solo lasciato dietro di sé montagne di macerie e di vittime, anche se scusate come effetti collaterali di un’azione che ci siamo detti essere buona. Ci siamo detti appunto. La verità ci ha abbandonati lasciandoci soli nel nostro mondo di macerie e distruzione. Solo il bene costruisce e fa crescere. Fino all’ultima goccia di sangue; fino ai due spiccioli che sono tutto quanto la vedova aveva per vivere.

Per questo “volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto”, perché da lì viene la sapienza che grida per le strade di essere ascoltata.

La sfida è questa: liberarci dal miraggio dei risultati e guardare con amore e libertà solo il bene che possiamo fare ed essere, senza pretendere indietro nulla, senza pretendere comprensione, senza pretendere una risposta positiva.

Semplicemente guardando a Colui che hanno trafitto e che dona a me, oggi, festa del Sacro Cuore, se stesso fino all’ultima goccia di sangue, fino a che dal suo costato non esca acqua perché il sangue si è esaurito.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM