Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Giugno 2021 – Mt 5,20-26

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Possiamo attivare un profilo basso, vivendo il minimo indispensabile di quello che Dio ci chiede per sentirci a posto, praticare la giustizia, certo, ma sempre pronti a far notare lassù che comunque ci siamo attenuti alle regole.

Ed è ciò che molti fanno, convinti che, in fondo, la fede consiste nel superare un esame finale e che, quindi, basti affrontarlo studiando il minimo indispensabile per arrivare alla sufficienza. Allora ci si confronta con quelli che si comportano peggio di noi e lo si fa notare a chi di dovere, soddisfatti di essere dei bravi ragazzi se non proprio dei buoni cristiani.

E poi c’è il modo di vivere la fede che ci ha insegnato Gesù che ci stana dalla nostra comfort zone per farci vedere quanta ipocrisia siamo capaci di produrre con i nostri finti atteggiamenti religiosi. Si uccide con la lingua, certo, e sui social e nelle piazze avvelenando il buon nome degli altri con qualche bel pettegolezzo.

Allora non basta sentirsi immacolati quando siamo, in realtà, dei serial killer del giudizio…

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