Gesù è nel tempio e insegna. Con il metodo proprio della retorica e della interpretazione delle scuole rabbiniche prende un salmo e lo usa per porre la questione della propria identità.
Chi è Gesù? La domanda attraversa tutto il Vangelo di Marco e torna qui un’altra volta.
In modo indiretto Gesù afferma di essere “di più” rispetto a ciò che essi conoscono. Non figlio di Davide, che pure rappresenta il re per eccellenza e colui al quale è stata rivolta la promessa di una discendenza senza fine, il cui sangue scorrerà nel Messia che deve venire.
Gesù è molto più dell’essere figlio di Davide, il suo Regno va compreso con altre categorie. In Lui qualcosa di completamente inedito spinge lo sguardo in avanti, Egli è la porta che apre al nuovo e lo porta già con sé. Per questa ragione la fede in Gesù può animare la speranza e la fiducia nei confronti del presente, perché esso è oggi abitato dal futuro del Signore.
Provando a imitare lo stile di Gesù, se potessi ri-scrivere un salmo, quali parole cercherei?
La nostra vita può essere una preghiera e c’è una preghiera da scrivere con la nostra vita, di ringraziamento e di lode, con parole fresche e forti, perché sono quelle scelte da noi; originali, perché legate alla nostra storia e ai nostri sogni.
Diego Mattei SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato