Commento al Vengelo del 3 Giugno 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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Quando un groviglio di leggi e di leggine ci opprimono e ci confondono, la ricerca dell’essenziale è un desiderio autentico e l’auspicata chiarificazione, quando arriva convincente, risuona come una autentica liberazione. Dobbiamo perciò ringraziare lo scriba, che rivolgendosi a Gesù, gli chiede qual è il primo dei comandamenti.

Gesù, in ordine e in successione, traccia una gerarchia di valori essenziali per l’uomo ed indica poi la via per comprenderli e metterli in pratica. Si parte dall’ascolto perché è la condizione essenziale per maturare nella fede e attingere da Dio stesso le verità che lo riguardano e ci riguardano; dalla conoscenza scaturisce la fede nell’unico Signore e questa meravigliosa interiore convinzione ci spingerà di conseguenza ad amarlo “con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze”.

Così un credente entra a pieno titolo nel regno di Dio. Le difficoltà maggiori, noi del terzo millennio, la sperimentiamo proprio nell’ascolto: siamo letteralmente bombardati da ogni parte da assertori di presunte verità e nel frastuono delle voci esteriori ed interiori ci è assai difficile rintracciare la voce autentica di Dio. Anche quando cerchiamo e troviamo momenti di silenzio, le frenetiche accelerazioni della vita ci riportano spesso in uno stato confusionale e di disorientamento spirituale.

Il recupero di un’autentica religiosità passa inevitabilmente attraverso un recupero di silenzio e d’ascolto di Dio, che ci parla nel segreto dell’anima. Forse proprio per questo i monasteri e i conventi da tempo ormai stanno svolgendo un compito nuovo ed urgente nei confronti del mondo: accogliere ed offrire proprio il silenzio e la pace.

Monaci Benedettini Silvestrini

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