Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?».
I sadducei sono persone assai singolari: hanno una mente sigillata con il piombo e un cuore fuso nel bronzo. Niente potrà mai entrare né nella mente e né nel cuore. Hanno chiuso ermeticamente cuore e mente nel piombo e nel bronzo e hanno gettato via la chiave perché mai nessuna verità dall’esterno possa mai entrare in essi. Tutto dovrà essere dalla loro volontà, la sola che deve stabilire ciò che è vero e ciò che è falso.
Cosa è vero e cosa è falso per essi? È falso tutto ciò che non collima con la loro mente. È vero ogni pensiero del loro cuore. La loro volontà ha deciso che non c’è risurrezione e per loro risurrezione non c’è. Cristo Gesù è realmente risorto. Ma essi, anche se dovessero vederlo dopo la risurrezione, sempre troverebbero una motivazione, frutto della loro mente, che negherà questo evento soprannaturale e divino.
I sadducei non appartengono solo alla religione che si viveva ai tempi di Gesù. Anche nella religione di Cristo Gesù essi sono un esercito numerosissimo e sono con una mente ancor più sigillata con il piombo e con un cuore ancor più fuso nel bronzo perché nessuna verità soprannaturale e divina entri in essi.
Anche se il Signore personalmente scendesse dal cielo e squarciasse in due la terra, compiendo un miracolo più grande di quello operato per mezzo di Mosè, essi sarebbero come l’esercito del faraone. Si getterebbero in mezzo allo squarcio per attestare che nulla è avvenuto e nulla il Signore ha operato. Ecco il motto dei sadducei: oltre la nostra mente il nulla. È vero ciò che la nostra mente dice che è vero. È falso ciò che la nostra mente dice che è falso. Esiste ciò che la nostra mente dice che esiste. Non esiste ciò che la nostra mente dice che non esiste.
Possiamo noi sperare con la testimonianza della nostra vita di fare breccia in queste menti sigillate con il piombo e in questi cuori fusi nel bronzo? Non c’è alcuna speranza. La chiusura è ermetica e neanche il Signore potrà mai squarciare questo muro. Se non possiamo sperare, allora perché dobbiamo rendere testimonianza alla verità?
Dobbiamo rendere testimonianza alla verità perché domani quando ci sarà il giudizio eterno del Signore nostro Dio, essi non possano dire: “Nessuno ha parlato a noi con chiarezza. Nessuno ha dimostrato la nostra falsità e il nostro errore. Nessuno con la storia e la Scrittura alla mano ha dimostrato che falsi erano i nostri pensieri e ingannevoli i nostri ragionamenti”.
Noi non testimoniamo per convincere i sadducei. Essi mai si convinceranno. La loro natura e il loro pensiero sono ormai divenuti una cosa sola. Noi testimoniamo per rendere giustizia alla verità della storia e alla verità della Scrittura. Noi testimoniamo per rendere il nostro Dio giusto in tutte le sue opere e saggio in ogni sua Parola.
Dopo che Gesù ha parlato e ha rivelato la loro non conoscenza del mistero, partendo da un testo biblico che essi ritenevano ispirato da Dio, essi non hanno più nessuna possibilità di scusarsi domani dinanzi al Giudice divino che chiederà loro ragione su ogni parola uscita dalla loro bocca. Hanno ascoltato la verità direttamente da Dio e non l’hanno accolta. Tanto ermeticamente sigillata e impiombata è la loro mente assieme al loro cuore. Tanto grande è la corruzione della loro natura.
Possiamo applicare ai Sadducei ciò che dice il Signore a Ezechiele, quando lo manda come suo profeta in mezzo al suo popolo: “Mi disse: «Figlio dell’uomo, àlzati, ti voglio parlare». A queste parole, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.
Ma tu, figlio dell’uomo, non li temere, non avere paura delle loro parole. Essi saranno per te come cardi e spine e tra loro ti troverai in mezzo a scorpioni; ma tu non temere le loro parole, non t’impressionino le loro facce: sono una genìa di ribelli. Ascoltino o no – dal momento che sono una genìa di ribelli –, tu riferirai loro le mie parole. Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai (Ez 2,1-10).
Ecco un’altra verità che riguarda i sadducei: come essi sono ermeticamente chiusi alla verità, così sono largamente aperti ad accogliere ogni falsità. Il piombo della loro mente e il bronzo del loro cuore mentre si chiude alla verità, sempre permetterà che la falsità e la menzogna entrino in essi. Come naturalmente vi è in essi la repulsione e il combattimento contro la verità, così naturalmente vi è l’accoglienza della falsità, della menzogna, di ogni alterazione della verità storica e scritturistica. Tutto questo avviene per natura corrotta.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 12,18-27
La Scrittura dell’Antico Testamento possiede dei testi nei quali la risurrezione è chiaramente affermata. Ma i sadducei rifiutavano questi testi come principio e fondamento della loro fede. Gesù, dopo aver affermato, che nella risurrezione non si prende né moglie e né marito – cade così tutta la loro sofistica argomentazione – attesta attraverso il Libro dell’Esodo che Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi. Abramo non è morto. Isacco non è morto. Neanche Giacobbe è morto dinanzi al Signore. I loro corpi giacciono nel sepolcro in attesa della risurrezione. Le loro anime sono con Dio. Esse non sono morte, perché l’anima è immortale.
Si convincono i sadducei? Per nulla. Sanno che con Gesù non possono argomentare. Ma sanno anche che con il popolo, semplice e senza alcuna scienza delle cose di Dio, possono continuare a seminare nei cuori le loro perverse dottrine. Ora però hanno ascoltato la divina scienza del Signore e domani, dinanzi al Giudice eterno, non ci sono più ragioni per giustificare i loro errori e le loro falsità e inganni ai danni delle anime.
Finché non ci si incontra con la verità della storia e della rivelazione possiamo anche addure ogni scusa dinanzi al Signore. Dopo non sarà più possibile. Abbiamo ascoltato la storia. Abbiamo sentito la verità. Siamo rimasti nel nostro piombo di falsità e nel nostro bronzo di menzogna. Non siamo più scusabili dinanzi al Signore. La verità ha bussato al nostro cuore e noi le abbiamo chiusa la porta. Siano responsabili in eterno.
Madre di Dio, aiutaci a sciogliere il nostro piombo e il nostro bronzo. Solo così sarà possibile far entrare la verità in noi per essere salvati. Amen.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.