Custodire è il verbo dell’amore, della relazione tra il Padre e il Figlio, un amore che non soffoca, che non possiede, ma al contrario si prende cura e protegge preservando la libertà. Gesù ha custodito tutti gli uomini che il Padre gli ha affidato, perché sa che Dio li ha creati «poco meno degli angeli», sono cosa «molto buona».
Dio ama di un amore totale i suoi figli, sa quanto sono fragili e deboli, continua a ripeterci che «siamo preziosi ai suoi occhi», siamo per lui un dono da custodire e proteggere. Il Padre non si stanca di cercarci, come aveva fatto nell’Eden, perché vuole che viviamo nel Paradiso della relazione con lui, con il creato, con gli altri uomini. Gesù desidera che, proprio perché ci sentiamo amati e custoditi, possiamo partecipare e vivere la sua pienezza di gioia, che ci sentiamo custoditi nell’amore come lui sente forte la relazione con il Padre.
La stessa cura che Gesù ha ricevuto dal Padre e che ha insegnato e trasmesso ai suoi discepoli e ad ogni persona che si è avvicinata a lui, siamo chiamati a viverla nel mondo, nella nostra quotidianità, continuando una relazione di amore che mette in risalto la vita, dono prezioso che siamo chiamati a valorizzare e custodire. Ogni cosa diviene sacra, perché parla della vita, parla del Creatore.
Chiara Selvatici
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato