Il Vangelo va proclamato a ogni creatura, sì, perché il creato nella sua globalità è frutto del desiderio di amore sovrabbondante di Dio. Tutto il creato è pensato e amato armonicamente dal suo Creatore: non ci sono angoli bui, non ci sono zone scoperte. Anche la buona notizia della salvezza, pertanto, è per tutte le creature.
Gesù Risorto, perciò, ci dona di sentirci parte e in comunione con l’intera sua creazione, parte di un “corpo” di cui ogni parte gioca il suo ruolo e vive e ama secondo la propria natura. Ecco che allora sono un po’ più chiari anche i doni che il Signore fa agli apostoli (ai suoi inviati): potere di vincere il male, possibilità di entrare in comunicazione con tutti, armonia con la natura, capacità di curare.
Gesù, dopo aver inviato i suoi, è elevato in cielo: la sua missione è finita e lascia lo spazio agli uomini e alle donne di ogni epoca. La sfida è questa: mostrare presente attraverso fede e opere “colui che non si vede”, colui che abita in filigrana ogni creatura e che ha incontrato e chiamato ciascuna delle persone che invia.
Gli “inviati” partono. È superfluo sottolineare che “partono”? Non direi. La condizione essenziale per fare qualsiasi cosa è “partire”. E quanta difficoltà c’è oggi a partire!
Andrea Piccolo SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato