Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 12 Maggio 2021

659

Prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà

MERCOLEDÌ 12 MAGGIO (Gv 16,12-15)

Nell’Antico Testamento il Padre ha consegnato la sua Parola alle Tavole della Legge e ai Rotoli sui quali la sua Parola veniva scritta. Questa consegna non era però sufficiente. Ognuno poteva leggere la Parola scritta con i suoi occhi di peccato e trasformarla in una grande menzogna. Ecco cosa dice il Signore per mezzo del suo profeta Geremia: “La cicogna nel cielo conosce il tempo per migrare, la tortora, la rondinella e la gru osservano il tempo del ritorno; il mio popolo, invece, non conosce l’ordine stabilito dal Signore. Come potete dire: “Noi siamo saggi, perché abbiamo la legge del Signore”? A menzogna l’ha ridotta lo stilo menzognero degli scribi! I saggi restano confusi, sconcertati e presi come in un laccio. Ecco, hanno rigettato la parola del Signore: quale sapienza possono avere?” (Cfr. Ger 8,1-9). Il Signore non ha permesso che la sua Parola fosse ridotta a menzogna, perché sempre ha mandato i suoi profeti perché la facessero risuonare integra e pura e anche perché la sua Parola l’ha consegnata allo Spirito Santo, perché fosse Lui a farla divenire sapienza nel cuore di ogni uomo timorato di Dio, giusto, pio, sempre obbediente alla Legge dell’alleanza. Senza l’invio dei profeti e senza il dono della sapienza, vera costante e ininterrotta luce soprannaturale di verità e giustizia, nessuna Parola del Signore sarebbe rimasta nella sua purezza. Il peccato ha questo potere infinito: ridurre tutta la Parola di Dio in menzogna e falsità, ma anche di proclamare purissima verità ogni menzogna di Satana. Avveniva ieri, avviene oggi, avverrà domani e sempre.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Entriamo nel Nuovo Testamento. Gesù fa risuonare integra, pura, perfetta in ogni cosa la Parola del Padre suo. Ad essa dona anche pieno compimento con la sua vita. A chi affida il Padre la Parola di suo Figlio, che poi è la sua stessa vita? L’affida agli Apostoli, allo Spirito Santo. Gli Apostoli nello Spirito l’affidano anche alle pergamene e al papiro. Ecco come l’Apostolo Giovanni rende testimonianza a Cristo Gesù: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1,1-4). Così anche l’Apostolo Pietro: “Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2Pt 1,16-21). Quando gli Apostoli rendono vera testimonianza a Cristo Gesù? Sempre e solo quando sono nello Spirito Santo. Si vede Cristo nello Spirito Santo, si legge di Cristo nello Spirito Santo, si parla di Cristo nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo non è del singolo, ma degli Apostoli, del corpo di Cristo, della Chiesa.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che tutto operiamo nello Spirito Santo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.