don Umberto Guerriero – Commento al Vangelo del 11 Maggio 2021

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Partire è un po’ morire. Vale per chi va via, ma anche per chi rimane. Il distacco spesso è tutt’altro che indolore e lascia un segno indelebile nel cuore. 

Ma era stato proprio il Maestro a teorizzare la fecondità della morte, quando aveva parlato ai suoi amici del chicco di grano. Un lasciare che significa ritrovarsi in modo più autentico, un morire che è passaggio verso una vita pienamente compiuta. 

Solo in questa prospettiva cominciano ad avere senso le parole di Gesù: “è bene per voi che io me ne vada”; parole che altrimenti non potrebbero che suonare assurde alle orecchie di chi le ascolta. 

Ma durante quel discorso d’addio i discepoli forse non erano lucidi abbastanza per ricordarsene, la tristezza aveva tutto d’un tratto riempito il loro cuore. 

Gesù si accorge che nessuno di loro gli chiede: “dove vai?” e si rende conto che i suoi amici stanno pensando ad una separazione definitiva. Egli invece non annuncia una rottura, al contrario pepara una più intima comunione, possibile soltanto se prima si sperimenta l’assenza. 

Quando sentiamo in noi il vuoto possiamo provare a riempirlo in tanti modi, rischiando di accontentarci di squallidi surrogati, oppure possiamo provare a dare senso a quella mancanza. 

Gesù torna al Padre e lascia nel cuore dei discepoli una profonda e sana “nostalgia di Dio”. Il dono del Paralitico, poi, li aiuterà a ricordare ogni cosa, a comprendere ciò che ancora non era chiaro, a trovare gioia e forza per rendere testimonianza attraverso una vita donata per amore.

Dove vai… dove vai…
Vattene piano lasciami un segno così
DOVE VAI – MANGO


AUTORE: don Umberto Guerriero
FONTE: #Vangeloasquarciagola (canale Telegram) – Sito