Il settimo anno dei campi lasciati incolti e il Giubileo ogni cinquant’anni ci ricordano come tutto sia un dono: ciò che riceviamo in eredità, ciò che coltiviamo e ciò che acquistamo. Tutto è dono. Allo scoccare del Giubileo le proprietà acquistate vanno rese al proprietario originario che le ereditò dai padri.
Ma, per evitare ingiustizie, le proprietà vendute a ridosso del Giubileo devono costare meno: valgono solo per i raccolti che restano da qui a quella data. Lo stesso vale per i campi: il settimo anno è destinato al riposo umano, per renderco conto che l’uomo e la donna sono sfamati da Dio, innanzitutto, prima che dal proprio sforzo materiale. Nondimeno infatti si può mangiare dei frutti della terra cresciuti spontaneamente.
Non è necessario lavorare continuamente. Non è necessario produrre sempre a tutti i costi. Il Signore ci libera proprio da questa ansia produttivistica. In quello spazio che ci educa al silenzio, scopriamo la gratitudine per tutti i doni della vita. A partire da quello della libertà. Libertà, anche, di non essere costretti a lavorare.
Hai mai pensato che periodicamente potresti fare un gesto di giubileo? In che modo?
Leggi qui i capitoli della Bibbia.
A cura di Piotr Zygulski