Commento a Genesi 35-38

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Si torna a Betel con Giacobbe/Israele che fa seppellire gli idoli e che riceve nuovamente la promessa di Dio per una discendenza numerosa e regale; notiamo evidenti segni di redazioni composite del brano biblico. Mentre nasce Beniamino – dodicesimo figlio di Israele – la madre Rebecca muore di parto nei pressi di Betlemme. Si elenca la discendenza di Esaù, gemello di Israele.

Abbiamo poi il curioso personaggio di Giuseppe, che nei suoi sogni regali rappresentava i desideri del padre, il quale lo prediligeva rispetto agli altri fratelli. Comprensibilmente invidiosi e innervositi per le sue manie di grandezza, ma al punto di gettarlo in una cisterna vuota per poi venderlo a dei mercanti, facendo tra l’altro credere al vecchio Israele che lo avrebbero sbranato.

Infine la storia di Giuda, separatosi dagli altri fratelli, con una discendenza travagliata: morto Er, il fratello Onan evita di completare gli atti sessuali con la cognata Tamar, che era stato costretto a sposare per la legge del levirato: i figli non sarebbero stati suoi, ma del fratello defunto, e per questo non voleva metterla incinta. Morì anche Onan, e restava ancora Sela, un terzo fratello, ma Tamar non gli fu data in sposa per il timore che seppellisse anche lui. Allora Tamar si vela come una prostituta e, senza che si scoprisse la sua identità, si fa mettere incinta da suo suocero Giuda, chiedendogli un pegno.

Venuto il momento di restituirlo, Giuda scopre e riconosce l’astuzia escogitata da Tamar per onorare secondo giustizia il marito defunto: nascono i gemelli Peres e Zerach.

Giuda ha avuto paura di fare ciò che sarebbe stato giusto, ma Tamar trova il modo per farglielo fare comunque. Ti è mai capitato di volerti sottrarre al tuo dovere per paura, ma poi il coraggio altrui ti ha portato a farlo comunque, per vie traverse, senza che lì per lì te ne accorgessi?

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A cura di Piotr Zygulski