“Chi viene a me non avrà fame”
La pandemia ha reso evidenti tanti nostri limiti non solo gestionali e sociali, ma soprattutto interiori. Le restrizioni hanno cambiato molte delle nostre abitudini, stanno condizionando le nostre vite e alimentano dentro di noi tensioni, paure, stress, etc.. Queste generano in noi fame di speranza, di relazioni, di libertà, di benessere e di serenità psichica. La prospettiva di soddisfare questi nostri bisogni interiori viene di volta in volta spostata sempre più in là, come un orizzonte che si cerca invano di raggiungere.
Tuttavia preferiamo confidare nei tempi e nelle strategie umane piuttosto che abbandonarci nel Signore per saziare la nostra fame di tutto ciò. Invece dobbiamo riporre nelle sue mani le nostre aspettative, e chiedergli il dono di saper vivere questo tempo di incertezza in modo da colmare la nostra fame di umanità, sempre più nutrita da connessioni e virtualità. Solo Lui può donare con la preghiera e l’eucarestia il nutrimento spirituale che è in grado di sostenere il nostro spirito nelle lotte particolari di questo tempo.
In breve
In questo tempo di connessioni e virtualità solo il Signore può nutrire la nostra fame di umanità. Solo Lui può dare al nostro spirito il nutrimento spirituale di cui ha bisogno attraverso la preghiera e l’eucarestia.
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