Sr. Mariangela Tassielli – Commento al Vangelo di domenica 18 Aprile 2021 per bambini/ragazzi

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Di che cosa siamo testimoni? Di chi?
Di un fantasma visto da alcuni? Di un’energia che i più sensibili (e fortunati) percepiscono? Di eventi straordinari concessi a pochi? Di che cosa la Pasqua ci rende testimoni?
Il Vangelo della III domenica di Pasqua si conclude così: «Di questo voi siete testimoni», e si apre con i due discepoli che lasciando Gerusalemme alla volta di Emmaus raccontano agli altri «ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane». In mezzo – tra l’inizio e la fine – c’è un’esperienza concreta: quella che i discepoli fanno della presenza di Gesù. Un’esperienza segnata da paura, tensione interiore, turbamento, dubbio, incomprensione.

Gesù, il crocifisso, morto e sparito dal sepolcro, appare ai suoi discepoli. Noi diremmo morto e risorto, perché oggi ci siamo abituati all’idea. Ma per gli Undici, e per tutti gli altri, non era così. In quel corpo risorto avrebbero dovuto imparare a credere. E la fede per essere vera e concreta, prima di diventare affidamento, attraversa sempre lo sconvolgimento, la tensione, la paura. È l’umano che deve imparare ad adattarsi al divino. Niente di più. È il cammino della fede raccontato pur in modo diverso da tutti gli evangelisti.

Luca ha a che fare con una comunità in qualche modo già capace di pensare e credere a presenze sovrumane, ai ritorni di anime defunte, a una certa commistione con le divinità. Per questo puntualizza con estrema precisione: Gesù, dopo la morte, non ritorna come un fantasma. La sua è una condizione nuova, una presenza inedita. Toccare, spezzare, guardare, mangiare: questa volta è necessario. Non è la richiesta di un discepolo incredulo, ma è lo stesso evangelista ad accompagnare la comunità a fare esperienza di questo nuovo Gesù. Ecco, è questa esperienza che noi raccontiamo, oggi come ieri, come duemila anni fa.

È di questo che siamo testimoni: colui che ha patito ed è morto davvero, noi oggi lo contempliamo risorto. E nel suo nome non possiamo seminare condanne ma perdono dei peccati, cominciando proprio da Gerusalemme, cominciando proprio lì dove l’innocente è stato ucciso.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Testimoni di risurrezione

Signore risorto, incontraci,
aprici alla tua vita,
tiraci fuori dal torpore,
facci fare esperienza di te,
del tuo amore,
della tua salvezza.
Non c’è altra verità
da raccontare al mondo.
Non c’è altro di cui l’umanità
abbia davvero bisogno.
Rendici testimoni, Signore,
di una vita risorta, trasparente,
libera e liberante:
una vita, la tua,
che dona pienezza. Amen.

FONTE – Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.comCANALE YOUTUBEPAGINA FACEBOOK