Gesรน risorto e quellโinvito a mangiare assieme a lui
Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 18 Aprile 2021.
Stanno ancora parlando, dopo la gioiosa corsa notturna di ritorno a Gerusalemme, quando Gesรน di persona apparve in mezzo a loro. In mezzo: non sopra di loro; non davanti, affinchรฉ nessuno sia piรน vicino di altri. Ma in mezzo: tutti importanti allo stesso modo e lui collante delle vite. Pace รจ la prima parola. La pace รจ qui: pace alle vostre paure, alle vostre ombre, ai pensieri che vi torturano, ai rimorsi, ai sentieri spezzati, pace anche a chi รจ fuggito, a Tommaso che non cโรจ, pace anche a Giudaโฆ
Sconvolti e pieni di paura credevano di vedere un fantasma. Lo conoscevano bene, dopo tre anni di Galilea, di olivi, di lago, di villaggi, di occhi negli occhi, eppure non lo riconoscono. Gesรน รจ lo stesso ed รจ diverso, รจ il medesimo ed รจ trasformato, รจ quello di prima ma non piรน come prima: la Risurrezione non รจ un semplice ritorno indietro, รจ andare avanti, trasformazione, pienezza.
Gesรน lโaveva spiegato con la parabola del chicco di grano che diventa spiga: viene sepolto come piccola semente e risorge dalla terra come spiga piena. Mi consola la fatica dei discepoli a credere, รจ la garanzia che non si tratta di un evento inventato da loro, ma di un fatto che li ha spiazzati. Allora Gesรน pronuncia, per sciogliere paure e dubbi, i verbi piรน semplici e familiari: โGuardate, toccate, mangiamo insieme! Non sono un fantasmaโ. [โฆ]
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Lui รจ lโamico che dร sapore al pane. E mi assicura che la salvezza non sta nei miei digiuni per lui, ma nel suo mangiare con me pane e sogni.
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UN SOGNO DAL SAPORE DI PANE
Comโรจ difficile credere! Si fondono insieme dubbi ed una gioia eccessiva: troppo bello per essere vero! Non basta nemmeno il cuore che balza nel petto.
ยซNon sono un fantasmaยป, dice sottovoce Gesรน: non sono unโillusione, non sono un mantello di parole, pieno di vento.
E sento il suo umile desiderio di essere abbracciato come un amico che torna da lontano, di essere stretto con lo slancio diretto di chi ti
vuole bene.
Non si ama un fantasma, e io voglio lโamore. Io ho vita piena: guardate! Vedete! Toccate! Mangiamo insieme!
Ma come toccarlo oggi, dove vederlo?
Quando scorre lโamore. Quando tocco, con emozione e venerazione, le piaghe della terra: ยซecco io carezzo la vita perchรฉ profuma di Teยป (Rumi).
Non alla gioia, non alla visione, non alle profezie, gli apostoli si arrendono ad una porzione di pesce arrostito, al piรน semplice dei segni, al piรน umano e primitivo bisogno.
Signore cosรฌ umile che ti avvicini a questi nostri sensi, che lamenti il tuo bisogno piccolo e concreto, perchรฉ ti possiamo toccare, per venirci piรน vicino possibile!
Gli apostoli, ora segnati per sempre, lo daranno come prova: abbiamo mangiato con lui dopo la sua risurrezione (At 10,41).
Lui รจ lโamico che dร sapore al pane. E mi assicura che la salvezza non sta nei miei digiuni per lui, ma nel suo mangiare con me pane e sogni.
Lo conoscevano bene Gesรน, dopo tre anni di vento, pesci, villaggi, di fame di pane e di occhi negli occhi. Eppure ora non lo riconoscono, perchรฉ la Risurrezione non รจ semplicemente tornare alla vita di prima: รจ trasformazione.
Gesรน รจ lo stesso ed รจ diverso, รจ il medesimo ed รจ trasformato, รจ quello di prima ed รจ altro.
Mi consola la fatica dei discepoli a credere, il loro oscillare tra paura e gioia. ร la garanzia che Gesรน risorto non รจ una loro invenzione, ma รจ lโevento che, spiazzandoli, li costringe ad andare avanti, dentro il tocco di Dio che entra nella carne, e la trasfigura.
E si fa pace (pace a voi!) piรน grande di ogni mio diritto; e si fa intelligenza che io non ho conquistato (svelรฒ loro il senso delle scritture), perchรฉ finora avevano capito solo ciรฒ che li confermava nelle loro idee.
Non รจ un mito, รจ parola come spada, che svela e apre la vita; pane e vino che bastano ai giorni: abita in me, mi chiama e mi sorride come nessuno.
Talvolta vive al posto mio e cose piรน grandi di me mi accadono: cโรจ bisogno di pace per cogliere il senso delle cose, e quando sentiamo il cuore in tumulto รจ bene fermarci, fare silenzio, non parlare.
E conclude il Vangelo: di me voi siete testimoni. Non predicatori, ma testimoni, รจ unโaltra cosa. Con la semplicitร di bambini che hanno una bella notizia da dare, e non ce la fanno a tacere, e gli fiorisce dagli occhi.
Potenza di vita che mi avvolge di pace, di perdono, di risurrezione. E tutto si fa umano, e tutto si fa vivente.
AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire PAGINA FACEBOOK