Questo amore immenso di Dio io l’ho visto, sulla Croce. Non riuscirò mai a comprendere fino in fondo quanto è costato, e faccio fatica a credere che valgo davvero il prezzo di questo sacrificio. Quanto vale la mia vita? Spesso cado in questo inganno: che siano le mie azioni a determinare il mio valore, che siano le mie azioni a dire se sono degno o meno d’amore. E allora se cado, se sbaglio, corro a nascondermi perché una voce dentro di me non fa che ripetermi che non valgo nulla e che non sono capace di fare nulla di buono, che non sono degno di questo amore.
Questa schiavitù sono le tenebre di cui parla Gesù, questo giudizio, questa paura che ci sia sempre qualcuno pronto a condannarci, è quello che ci fa stare lontani dalla luce. Se guardo bene però scopro che quello che sta lì pronto a condannarmi in realtà sono io.
Nel fondo noi non ci sappiamo veramente amati, per questo il Padre ha mandato il Figlio, perché è solo in Lui, nel suo modo di essere figlio, che impariamo quanto siamo amati e ad amare a nostra volta altri. Di un amore che ci libera, libera la nostra capacità di vivere veramente. Si vive solo quando ci si sente davvero amati, la verità è che valgo tanto quanto sono amato. E sta a noi scegliere se crederci o meno, questa luce che ci rivela a noi stessi per quello che siamo non è comoda, è un voltarsi continuamente verso di Lui, vincendo le nostre resistenze a lasciarci guardare, senza paura, come se fossimo la cosa più bella che esista.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato