Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Aprile 2021

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Nicodemo è un dottore della Legge, fariseo, membro del Sinedrio che, a differenza degli altri “notabili” di Gerusalemme, non ritiene che conoscere la Legge di Mosè significhi di conseguenza “conoscere Dio”. Rimane colpito dalla persona di Gesù, un giovane “Rabbì” che parla e opera mostrando chiari segni di vicinanza, se non confidenza, con Dio (“Sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno, infatti, può compiere questi segni che Tu compi se Dio non è con lui”).
Gesù intuisce le domande di fondo di Nicodemo e risponde andando subito al nocciolo della questione: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Per godere del regno di Dio, che non è di questo mondo, occorre “nascere di nuovo”—il termine greco anothen, usato da Giovanni nel suo Vangelo, ha entrambi i significati: di nuovo o dall’alto—dall’acqua e dallo Spirito. La “prima” nascita è dalla “carne”, ed essa ci porta inevitabilmente all’invecchiamento e alla morte; la seconda, dallo Spirito, è una nascita per l’eternità. Gesù, che con la Sua risurrezione vince la morte, parla della “nostra” risurrezione, e ci rivela che la nostra “rinascita” (conseguenza della conversione) non è un risultato raggiungibile con i nostri soli sforzi, ma è opera dello Spirito. Dobbiamo lasciarci sospingere dallo Spirito, che non segue i nostri progetti, pensieri o intendimenti (“il vento soffia dove vuole”). È la fede in Cristo che con il suo sacrificio ci ha riscattati e che è “via, verità e vita”, quella che ci sostiene affinché si realizzi la volontà di Dio Padre nel raggiungimento della vita eterna nel Suo Regno.

Per riflettere

L’incontro con Cristo non è una nostra iniziativa, semmai una nostra risposta a una chiamata di Dio. Papa Francesco nella sua prima enciclica ci ha ricordato che si diventa cristiani non per una decisione etica o per una grande idea ma per un avvenimento, per l’incontro con una “Persona”. Incontro che non è causato da noi. Se così fosse si giungerebbe, come aveva rilevato papa Pio XII nella Humani generis, a snaturare la gratuità della grazia.

Preghiera finale

“Il tuo volto Signore io cerco”,
aiutaci Tu a “rinascere dall’alto”,
a rinnovare la nostra mentalità,
ad amare Te e i nostri fratelli.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi