Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 12 Aprile 2021

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Protagonista dell’incontro con Gesù è Nicodemo, notabile e uomo di cultura, «capo dei Giudei» e «maestro d’Israele», come Gesù lo definisce rivolgendoglisi. Va a trovare il Messia di notte, all’insaputa dei colleghi farisei che ne rifiutano la testimonianza («Ma voi non accogliete la nostra testimonianza» si legge poco più avanti, 3, 11), e ascolta le sue parole avidamente, pronto al dialogo per capire fino in fondo quel messaggio che discende direttamente dal cielo («Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che discende dal cielo, il Figlio dell’uomo»). Nel colloquio si confrontano l’esperienza religiosa ebraica, incarnata da Nicodemo, con la parola del Maestro che è «venuto da Dio», come mostrano i segni da lui compiuti, prove inequivocabili della presenza divina («Nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui»).

Il messaggio trasmesso è essenziale e si concentra nell’invito a nascere «dall’alto» per «vedere il regno di Dio». Ma Nicodemo, giudeo colto e osservante, non riesce a comprenderlo, ancorato com’è a una posizione vecchia, umana, antico-testamentaria, e chiede un’ulteriore spiegazione. Apprende allora che per «entrare nel regno di Dio» e ottenere la salvezza eterna è necessario nascere «da acqua e Spirito», rinascere cioè dallo Spirito che viene dall’alto. Con le sue sole forze l’uomo è impotente, ma lo Spirito guida il percorso della rinascita: è il vento che «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va», la voce che «chiunque è nato nello spirito» deve seguire per spogliarsi dell’uomo vecchio (che ragiona con la sua vecchia logica come Nicodemo) e rivestirsi del nuovo (che accoglie la nuova logica del Cristo).

Per riflettere

Dell’affascinate figura di Nicodemo parla solo l’evangelista Giovanni, probabilmente perché Giovanni è testimone oculare di due delle ben tre occasioni nelle quali Nicodemo viene menzionato: la visita a Gesù della quale abbiamo appena letto, il suo intervento a difesa di Gesù presso i sommi sacerdoti e i farisei quando questi vorrebbero arrestarlo (Gv 7, 45–53) e l’aiuto a Giuseppe di Arimatea a deporre nella tomba il cadavere di Gesù (Gv 19, 39–42).

Preghiera finale

O Dio nostro Padre,
che ci hai rivelato per mezzo del tuo unico Figlio,
generato dal tuo amore, il mistero e la grandezza
della nostra rinascita dallo Spirito,
concedici di essere fedeli alla nostra dignità di tuoi figli.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi