Se non nasci dall’Alto…
L’incontro tra Gesù e Nicodemo, che seguiremo quasi a puntate in questa settimana, mette in luce due cose inseparabili: il dono della vita celeste attraverso la morte e risurrezione di Gesù e l’acquisto della salvezza da parte di ogni uomo mediante il Battesimo. L’evangelista san Giovanni chiama Nicodemo “un’autorità fra i giudei”, cioè membro del Sinedrio.
Non è soltanto un giudeo pio, buon conoscitore della Legge: è soprattutto un “maestro d’Israele”. Gesù ha di fronte un uomo intelligentissimo e penetrante. Per questo Gesù parla in modo più sottile. Egli conosce ciò che le parole del suo interlocutore non dicono, e risponde a ciò che l’altro pensa. Nicodemo ne sembra cosciente; e non esita a esprimere sino in fondo il suo pensiero con totale franchezza. Poi si insabbia di fronte all’idea di rinascerlo: non può immaginare una vita al di sopra alla natura umana. Nell’uomo va operato un assoluto e totale rinnovamento; è assurdo, pensa Nicodemo, nascere di nuovo.
Ma Gesù precisa di quale rinascita si tratti: una nascita spirituale non meno concreta, ma diversa da quella a cui pensa Nicodemo. Quest’ultimo si trova imbarazzato di fronte al “nascere di nuovo”; Gesù gli parla di un “nascere dall’alto”. A noi e a Nicodemo, Gesù vuole insegnarci che il nascere “da acqua e spirito” è il sacramento di Battesimo già operato, ma ancora da operarsi nell’arco della vita. Ci è di sprone di non fermarci mai nel nostro crescere, nascere e crescere in spirito e verità.
Monaci Benedettini Silvestrini
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