don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 6 Aprile 2021

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Dal sepolcro alla vita

Le prime due apparizioni del Risorto, appena successive all’evento di vittoria sulla morte, sono accanto al sepolcro, ma non nel sepolcro. Si tratta dell’apparizione a Maria di Magdala e alle altre due donne: queste vanno al sepolcro, ma vedono un angelo che dice loro che Gesù che cercano non è lì, ma è risorto.

Così anche la Maddalena scopre il sepolcro vuoto, non riconosce gli angeli e pensa al trafugamento del corpo del Signore. Il suo dolore si colora di ansia, che oscura la ragione, ma poi il Risorto le appare alle sue spalle; ella non lo guarda, perciò non lo riconosce, fino a quando il Risorto non la chiama per nome, solo allora ella si volta e vede il Maestro.
Gesù non è rimasto nel sepolcro, e nemmeno all’ingresso: Il sepolcro non lo riguarda più.
L’evento della risurrezione rimane segreto nel suo svolgersi. Le guardie poste dal tempio avvertono il terremoto, probabilmente sono testimoni del rotolamento della pietra fatta dall’angelo, sono terrorizzati e corrono a raccontare i fatti ai Sacerdoti, che evidentemente ascoltano proprio quello che non avrebbero voluto sentire e rimediano con la menzogna del furto da parte dei discepoli.
I non credenti ed i nemici di Gesù non sono meritevoli di vedere il Risorto, ad essi arriva il riflesso degli eventi, monito della verità che trionfa sulla menzogna.

Neppure i discepoli vedono il fatto della risurrezione nel momento del suo compiersi: questo rimane nel segreto di Dio, come lo fu per il concepimento nel grembo di Maria. L’atto di rigenerazione del corpo è celato agli occhi umani: nella terra il germoglio divino nasce per non più morire. Si spezza il ciclo della vita terrena, finalmente essa inizia per non più finire.
Morte e vita si sono scontrati in prodigioso duello e la vita ha prevalso: la morte non ha più potere, il corpo risorto di Gesù è vittorioso e non deve più morire.

Perciò il sepolcro, il luogo deputato della morte, voluto dagli uomini corrotti da Satana vorrebbe mantenere sotto sigillo l’apparente vittoria della menzogna e della morte.
Gesù è libero dai lacci della morte per la potenza del Padre. Le bende che lo legavano sono messe da parte, il telo che lo avvolgeva, è sistemato di lato piegato con cura, e ancora lo conserviamo: ciò che testimoniava la sua morte e il passaggio alla vita nuova, viene lasciato a imperitura memoria.

Ma il sepolcro è lasciato, è abbandonato dal Signore perché il mondo è suo, il creato gli appartiene, ogni creatura gli è sottomessa, anche le anime prigioniere negli inferi sono tratte fuori.
Se ancora si attarda nei pressi del sepolcro è per mostrarsi, quale premio alle donne, le fedeli, che impavide avevano assistito sotto la croce e si erano recate al sepolcro sfidando l’ira del Tempio. Esse meritano la sua visione e ad esse Gesù affida il primo incarico dell’annuncio della risurrezione.

Le donne vengono inviate come messaggere, come angeli per gli apostoli, duri di cuore, testardi nel non credere.
Da quel momento Gesù spazia ed appare a chi vuole, ma soprattutto conferma i suoi per lanciarli nella missione della conquista del mondo. Il sepolcro è il luogo della memoria della sua morte, ma non della devozione al Cristo, poiché egli è presente ai suoi sino alla fine del mondo.
Gesù il Risorto ora è con noi e vive nei nostri cuori, con la presenza forte mediante il suo Spirito, che guida e ammaestra dall’interno i fedeli. Il Risorto ha lasciato il sepolcro per aprire i sepolcri delle anime degli uomini. Ovunque risuoni il suo vangelo, si aprono i sepolcri delle tombe scavate dal peccato: il perdono è richiamo alla vita per non più morire come Gesù il Risorto.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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