Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il libretto “Parola e Preghiera” oppure il suo canale Telegram.
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
«Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono». Questa frase sembra una totale follia. Gesù sta praticamente dicendo che quando mi metterete sulla croce, crocifisso e morto, saprete che sono Dio, che sono il vivente!
Sembra una contraddizione totale. Eppure così è accaduto ed è accaduto per molti. A cominciare dal centurione di cui il vangelo di Marco ci testimonia che, vedendo com’è morto Gesù, esclama: «questi era veramente il Figlio di Dio!». E perché mai la morte dovrebbe farci credere al Dio della vita? Perché la vera vita è la vita donata. Gesù non muore spento, muore irradiando, muore obbedendo al Padre e dandosi per quelli che sono stati i suoi uccisori. Non muore, dà la vita.
E questo vangelo, a me, oggi, cosa dice? Dice che potrei essere morto sebbene sia vivo se non vivo per ascoltare, amare e donarmi. Mi rammenta la constatazione di Giovanni che in una lettera scrive: «Noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo».