Siamo ormai alle soglie della Settimana Santa. La quinta domenica di Quaresima ci viene incontro quasi per un ultimo momento di sosta e di raccoglimento prima di stringerci attorno a Gesù che entra in Gerusalemme. Un gruppo di greci (pagani) chiedono a quel gruppo di discepoli ebrei di incontrare Gesù. Interesse? Curiosità? Semplice passaparola? Non sanno che fare quegli ebrei, perché in teoria non sarebbe possibile incontrare un loro maestro da parte dei pagani․․․ chiedono a lui. E lui capovolge di nuovo, a tutti, il modo di pensare le cose.
“Volete conoscermi, voi greci? Volete mantenere steccati, voi ebrei? Ecco ascoltate quali sono le mie intenzioni, come voglio vivere e scoprirete chi sono. È la mia storia che dice chi sono”, forse questo sta pensando Gesù!
La sua storia è la storia di un amore infinito che si coinvolge da sempre e per sempre nell’umanità, nella nostra storia, nella tua vita․․․ ed in quel suo modo di amare ci possiamo incontrare tutti, senza discriminazioni. Gesù è una porta sempre aperta, anche in questo momento!
Gesù è colui che nelle situazioni delicate non si pone la domanda “di chi è la colpa?”, ma “come possa aiutare ancora?”. Di fronte a questa domanda due risposte possibili: il rimanere da soli salvando la propria pelle o portare frutto, morendo, donandosi per amore! Lui sceglie di donarsi: muore qualcosa di sé, per rinascere in una forma più piena, feconda, bella. Muore un “io” per rinascere in un “noi”.
Tutto questo avviene nel tempo: c’è un momento (l’ora decisiva), e per Gesù è proprio questa, in cui comprendi che “non puoi più vivere per te stesso salvandoti la pelle, ma che vivere per te stesso con gli altri è coinvolgerti fino in fondo”. In quell’ora Gesù dice il suo sì, il suo amen consapevole, libero, autentico.
Questo è vita, è bellezza. È l’infinito che si unisce al finito. Il cielo che si unisce alla terra, il cerchio che si inserisce nel quadrato. Si giunge così alla quadratura del cerchio. Un ottagono, l’ottavo giorno, una vita senza fine, perché l’amore non passa. Seguire è scegliere di vivere nella stessa logica e riconoscere che in questa storia ritroviamo la fonte, beviamo acqua dalla sorgente. Nella sua storia ci rafforziamo e ci lanciamo seguendo il torrente della vita.
Loris Piorar SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato