La fede implica il passaggio dalla morte alla vita, dal sepolcro alla libertà.
Chi ha fede deve fare questo passaggio perché Gesù è venuto a liberare, ad alleggerire, a salvare.
Discepoli del Signore siamo uomini liberi dove, però, libertà non significa fare ciò che si vuole ma fare ciò che ci rende, ci lascia liberi… ciò che ci fa stare veramente bene.
Se siamo discepoli di Gesù anche noi siamo datori di vita: liberati diventiamo liberanti, strumenti di liberazione per gli altri. Liberi e liberanti nei nostri rapporti… nel nostro modo di vivere le cose, le situazioni, le relazioni.
Se siamo discepoli di Gesù non possiamo vivere schiavitù, non possiamo vivere zavorre, non possiamo vivere catene… e la prima zavorra, spesso, siamo noi a noi stessi.
Il nostro carattere, le nostre fragilità, le nostre debolezze, i nostri vizi, i nostri traumi, le nostre storie… ci appesantiscono, ci rallentano…
Certo, c’è anche un aspetto di giudizio nel rapporto con Gesù, ma cosa è il giudizio?
Attenzione a non considerare il giudizio una condanna!
Gesù ci giudica ma il giudizio nei nostri confronti è lo smascheramento del nostro peccato. Gesù ci giudica nel momento in cui ci mette davanti i nostri errori, ce li svela, ci fa vedere l’inganno. Ci fa, quindi, un servizio perché solo se prendiamo coscienza dei nostri errori, dei nostri torti, dei nostri peccati possiamo fare esperienza di perdono.
Il giudizio quindi diventa liberante e a servizio della nostra liberazione, perché ci permette di incontrare la misericordia.
Non avere paura del tuo peccato…
guardalo, riconoscilo e diventerà occasione per incontrare la misericordia di Dio!
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AUTORE: Don Antonio Mancuso PAGINA FACEBOOK
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