La guarigione del paralitico ha i suoi strascichi, per la questione del sabato. Lo Shabbat è il giorno in cui l’ebreo osservante è chiamato a sospendere ogni attività in ricordo del suo Creatore che ha cessato la sua opera il settimo giorno. Il precetto dell’osservanza del sabato ai tempi di Gesù è stato dettagliato in prescrizioni sempre più minuziose, che la casta sacerdotale ha cura di far osservare al popolo, ma è stato perso il senso profondo della Legge. I Giudei rimproverano al paralitico il trasporto della barella perché è profanazione delle prescrizioni del sabato. Ma profanazione ancora più grave è la guarigione del paralitico, intesa come atto fortemente creativo, e quindi contraria alla legge del riposo dalla creazione.
Gesù compie questa ed altre guarigioni di sabato per mettere in discussione un sistema religioso che ha sostituito l’amore per Dio e per l’uomo con l’osservanza sterile dei precetti. Un uomo che non camminava è stato rimesso in piedi, e i ministri di Dio non sanno fare altro che dirgli di non trasportare la sua barella in giorno di sabato; un uomo ha risanato un altro uomo, e i ministri di Dio gli danno la caccia. Dove sono lo stupore, la lode, la festa, la misericordia, la libertà, la vita?
Dio che è Padre non ha restrizioni, non ci sono decreti che possano fermare la sua azione creatrice, che smetterà solo con la fine del mondo. Il Padre opera sempre e il Figlio che si è fatto uomo per rendere manifeste le sue opere si comporta secondo quanto vede fare dal Padre: dare la vita e giudicare.
Per riflettere
Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. (Mc 7, 6)
Preghiera finale
Signore Gesù, tu sempre guardi al Padre
e compi ciò che vedi fare da lui;
attira il nostro sguardo verso di te:
nella tua luce vedremo la luce,
apprenderemo a vivere da figli di Dio.
Da lui ti è concesso il potere di dare la vita
e di renderla, nuova, a chi l’ha perduta,
perché hai consegnato te stesso alla morte per tutti.
Accresci la nostra fede;
è in te la sorgente della vita,
da te attingeremo con gioia la nostra salvezza.
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi