GESÙ «RISANA» LA NOSTRA RELAZIONE CON DIO
È la persona di Gesù Cristo il nuovo tempio in cui si incontrano il Padre e i suoi doni. Lasciamo che la sua Parola purifichi le nostre false immagini di Dio e le nostre false attese per essere in comunione con lui.
In Giovanni (Vangelo) il gesto del tempio è all’inizio del ministero di Gesù, non alla fine, come nei Sinottici. L’evangelista vi scorge infatti una chiave per interpretare tutta l’attività di Gesù.
«Non fate della casa del Padre mio un mercato». Fare della sua casa un mercato significa trattare Dio da mercante. Ma egli è il Padre e nella sua casa ci si sta da figli. Gesù ci invita a vigilare sulla tentazione di impostare la relazione con Dio su logiche mercantili: ti offro un sacrificio affinché tu in cambio mi dia la grazia di cui ho bisogno.
Soltanto Giovanni, peraltro, narra che Gesù caccia dal tempio anche pecore e buoi, le vittime per il sacrificio. Ora il sacrificio gradito a Dio è un altro, dirà Gesù alla samaritana: adorare il Padre in spirito e verità . In quella verità che è l’umanità filiale di Gesù, nella quale lo Spirito ci conduce.
«Noi annunciamo Cristo Crocifisso», afferma Paolo (II Lettura): egli è il vero tempio, la vera porta che ci conduce nella giusta relazione con Dio, da figli e non da servi. Donando a Mosè il decalogo (I Lettura), Dio dichiara di averci fatto uscire dalla condizione servile. Davanti a lui non stiamo più come schiavi davanti al faraone, ma come figli davanti al Padre.
Fr. Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza
Fonte Edizioni San Paolo
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