Le radici del peccato.
Nelle due letture della liturgia di oggi, anche se lontani nel tempo e nelle situazioni tanto differenti, ascoltiamo lo stesso “crocifìggilo”. I fratelli di Giuseppe quando lo videro arrivare si dissero: “Ecco il signore dei sogni. Uccidiàmolo”! I vignaioli vedono venire il figlio del padrone e dicono tra sé: “Costui è l’erede: uccidiàmolo!”. Questa parabola terribile, poi ci fa pensare proprio alle sofferenze di Gesù che realmente fu ucciso per invidia. La stessa invidia è il movente anche delle ostilità contro Giuseppe.
I suoi sogni erano una profezia del suo futuro, un futuro che avrebbe portato del bene non solo a lui ma anche al suo popolo. Ma i suoi fratelli non lo capirono e fecero di tutto per impedire che “questi sogni”, che in un certo senso erano segni divini, si realizzassero. Nello stesso modo agirono anche i capi religiosi nei confronti di Gesù, invidiosi della sua “influenza” sul popolo, timorosi di perdere il loro potere. L’invidia altrui è una delle cose che ferisce più profondamente il cuore, soprattutto quando è immotivata. Non c’era motivo per invidiare Gesù, egli faceva solo del bene a tutti.
Ma il cuore umano è così segnato dal peccato, da provare invidia verso i buoni soltanto perché sono buoni, come dice Giovanni nella sua lettera a proposito di Caino e di Abele: “Per quale motivo lo uccise? Perché le opere di suo fratello erano buone”. Nella storia di Giuseppe l’invidia fu sconfitta in modo miracoloso. In Egitto egli non punì i suoi fratelli, ma li salvò. Vide nell’esilio, nelle tribolazioni la preparazione che Dio aveva voluto, perché egli potesse salvare i suoi fratelli e tutto il popolo eletto dalla carestia.
E Gesù vinse l’invidia accettando di essere l’ultimo di tutti. Veramente quando guardiamo il Signore sulla croce non possiamo dire che provochi l’invidia di qualcuno! Mettendosi all’ultimo posto Gesù ha dimostrato che la sua potenza, il dominio che gli è promesso dal Padre è dominio di amore, al servizio di tutti. Ma essendo l’ultimo, Gesù diventa il primo, la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo, come dice il salmo.
Così si realizza il piano di Dio, nonostante la cattiveria e le invidie umane. Ed anche se il Signore riesce a costruire anche sui nostri peccati chiediàmolo oggi perché tolga dal nostro cuore ogni sentimento di invidia e di gelosìa e ci stabilisca nella mitezza e nell’umiltà del cuore, perché siamo con lui a servizio di tutti i fratelli.
Monaci Benedettini Silvestrini
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