“ Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli “.
Da questo versetto impariamo che esistono….” piu’ giustizie “.
La prima è quella degli scribi e dei farisei.
E’ la giustizia “ esteriore “, quella che si basa sul legalismo, sulla rigida ed inflessibile applicazione della legge.
Giustizia è sinonimo di legge, che va rispettata a prescindere.
In una tale concezione non c’è spazio per l’amore, per la misericordia.
Emblema di cio’ sono i numerosi passi evangelici in cui Gesu’ “ osa “ compiere delle guarigioni nel giorno di Sabato e viene violentemente contestato da “ scribi e farisei “ perché non osserva la legge.
Se anche noi ci fermeremo, nelle nostre idee, nelle nostre scelte, nelle nostre azioni, a questo livello di giustizia…..” non entreremo nel Regno dei cieli “.
Dobbiamo quindi impegnarci per “ superare “ il livello.
Come si fa?
Inserendo l’amore nelle nostre azioni facendo memoria della Misericordia che il Padre ha avuto nei nostri confronti.
Giustizia deve pertanto diventare sinonimo non di legge ma di amore, di quell’amore che ti fa superare anche la legge quando è necessario.
Tornando all’esempio di prima Gesu’ avrebbe rispettato la legge non guarendo le persone di Sabato; in tal modo sarebbe stato “ giusto “ alla stregua degli scribi e dei farisei.
Violando la legge ed applicando quella “ superiore “ dell’amore è stato “ giusto alla sua maniera “, che deve divenire anche la nostra se….vogliamo entrare nel Regno dei cieli.
E’ un’altra giustizia, che ti brucia dentro e che ti impedisce di compiere ogni azione se non sei in pace con Cristo e con i tuoi fratelli.
E’ questo il senso dell’altro bellissimo versetto di questo brano ( “ Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono “ ) in cui Gesù ci invita a “ non fare offerte “ cioè a non dire “ preghierine “ a non snocciolare “ rosari “ se prima non siamo in armonia con i nostri fratelli ma ad andare noi verso di loro per riconciliarci, anche se sono stati loro a farci del male, ad averci ferito.
Solo dopo, nell’unione e nell’amore, la nostra “ offerta “, la nostra preghiera, avrà senso, valore.
Mi interrogo quindi oggi facendomi questa domanda: la mia giustizia “ supera “ quella degli scribi e dei farisei?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello