Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 21 Febbraio 2021

I tre brevi versetti proposti alla nostra riflessione in questa prima domenica di Quaresima ci fanno cogliere ancora una volta lo stile asciutto ed essenziale dell’evangelista Marco, che in poche pennellate sa condurci sempre al cuore degli eventi del Figlio di Dio. La sua versione delle tentazioni di Gesù vissute nel deserto, che Matteo e Luca ci narrano in maniera più ampia e dettagliata, si riduce soltanto a due brevi frasi. Ogni espressione che viene utilizzata, però, ha una carica quasi esplosiva. All’inizio del ministero pubblico di Gesù c’è lo Spirito, che è il soggetto dell’azione descritta.

Dopo la rivelazione delle tre persone della Trinità nell’evento del battesimo al Giordano, quello stesso Spirito che aveva riempito di sé il Figlio amato, lo spinge (letteralmente in greco “getta”) subito nel deserto. Il deserto, dunque, come luogo del silenzio, della solitudine e della prova, non è un incidente di percorso, ma fa parte della pedagogia di Dio, rappresentandone il primo passo. Si tratta di un tempo importante, pieno di significato, per Gesù. Questo è dimostrato dal numero 40 che nella Bibbia richiama tutta una serie di eventi, in cui Dio conduce il suo popolo o i suoi eletti in un percorso di crescita ed evoluzione.

Gesù, infatti, non evita la durezza del deserto, ma vi rimane convinto e fermo, senza fuggire. Che scuola per la nostra spiritualità incostante e ballerina! Pochi giorni fa, nell’omelia del Mercoledì delle Ceneri, Papa Francesco ci invitava a riflettere: “Ho un cuore “ballerino”, che fa un passo avanti e uno indietro, ama un po’ il Signore e un po’ il mondo, oppure un cuore saldo in Dio?” (Francesco, omelia, 17.2.2021). Il tempo di Quaresima, con la sua dimensione di deserto, dovrebbe proprio aiutarci a meditare su questo, rafforzandoci nella nostra costanza, fortezza, ben saldi e radicati in Cristo, senza fuggire le prove e le tentazioni, ma aiutandoci a viverle come un’occasione per fortificare la nostra adesione a Dio.

La tentazione, infatti, come lusinga e macchinazione dello spirito del male finalizzata alla nostra caduta, quando viene affrontata con la grazia di Dio e superata, diventa occasione di purificazione e di crescita nella nostra amicizia con Lui. Quando il peso e la forza delle tentazioni sembrano schiacciarci dovremmo essere consapevoli che, se le avvertiamo, è perché siamo vivi e il nostro cuore non è corrotto, ma è ancora capace di sentire. Il giorno in cui non avvertissimo più tentazioni nella nostra carne mortale, significherebbe che ci siamo ormai assuefatti al male e che siamo così tanto dalla parte del nemico, che lui non ha più bisogno di allontanarci da Dio, perché purtroppo ne abbiamo già abbondantemente preso le distanze! Questo dovrebbe veramente allarmarci!

La Quaresima è il tempo opportuno per incamminarci in questo percorso di vero discernimento, chiedendoci con serietà dov’è il nostro cuore. Cosa cerca? Dio o altro da Lui? Quando siamo con il Signore, nonostante non sempre siamo liberati dalle prove, il nostro rapporto con le creature è sano e pacifico, privo di ogni deviazione e conflittualità. Il particolare delle bestie selvatiche e degli angeli che servivano Gesù nel deserto è un richiamo alla condizione originaria dell’Eden, quando prima del peccato l’uomo viveva in armonia con il creato. Il peccato ha sconvolto questo ordine originario. Gesù, il nuovo Adamo, è venuto a ripristinarlo per noi e a renderlo nuovamente possibile, se lo seguiamo. È proprio questo il senso delle parole iniziali della sua predicazione pubblica: con Lui c’è un tempo nuovo, compiuto, pieno di significato, perché la signoria di Dio è ormai in mezzo a noi.

Questo evento teologico, però, già compiuto dalla parte di Dio, per trovare la propria realizzazione in noi, richiede un’adesione personale. Senza il nostro sì, che si declina in conversione e fede, non possiamo entrare in questa nuova dimensione. Convertirsi, infatti, significa proprio cambiare mentalità (metanoéin), assumere una visione nuova, trasformare il nostro modo di vedere le cose grazie alla luce di Cristo e rimettere ordine nella nostra vita. Credere è affidarci totalmente a Lui, alla sua persona divina e al suo annuncio di salvezza. Per mezzo di questo incontro unico e significativo e dell’amicizia con Lui che ne deriva, non possiamo rimanere come eravamo prima, ma tutto viene trasfigurato dalla sua presenza!


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