Si ripropone in Quaresima la questione del digiuno così come abbiamo ascoltato il giorno delle Ceneri. Il digiuno cristiano è solo un segno per raccontare a noi stessi, a Dio e agli altri, la nostra fame di lui, il nostro bisogno di lui, il bisogno di essere saziati dal suo amore… bisogno che il mondo non soddisfa.
Ma il digiuno è un segno che la Quaresima ci propone per dirci anche di vivere alla presenza di Dio. Quando noi viviamo alla presenza di Dio, cioè con Dio nel nostro cuore, nella Parola che ascoltiamo, nell’eucaristia che viviamo, nella riconciliazione che otteniamo e che doniamo, allora il digiuno non ha senso perché siamo riempiti, saziati dalla sua presenza, dalla sua pienezza di senso e di amore. Il digiuno è sempre un atto di amore.
La Quaresima è il periodo in cui ci viene suggerito di digiunare non tanto dalle cose materiali, anche, ma soprattutto digiunare da tutti gli atteggiamenti interiori che saziano il nostro ego, che saziano il nostro orgoglio: digiunare dall’invidia, digiunare dalla calunnia, digiunare dal rancore, digiunare dall’indifferenza, digiunare dal menefreghismo, tutte cose che in apparenza ci fanno stare bene con noi stessi che “nutrono” il nostro egoismo.
Da questo dobbiamo digiunare, per lasciare spazio alla presenza di Dio che ci invade e purifica tutto questo marciume. Lo Sposo è con noi ormai dal giorno del nostro battesimo, è in noi e il suo Spirito ci aiuta a digiunare da tutto ciò che è contrario in noi al suo amore. È questo che dobbiamo chiedere ogni giorno del cammino quaresimale.
La Quaresima è tempo di scoprire la presenza viva di Gesù nel quotidiano. Presenza che sazia, libera e guarisce. Tempo in cui sento la fame di Lui e del suo amore. Questo è il digiuno gradito a Dio.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade