Oggi c’è ancora un invito a nozze.
Ma lo Sposo è assente.
È lontano.
Ritornerà di nuovo, ma per adesso è lontano.
Per questa distanza dovrei nutrire il desiderio di lui…
Perchè è brutto che manchi l’Amato…
Ma… Manca veramente?
La vera questione è che, nell’assenza dello Sposo, posso rischiare di dimenticarlo…
Allora c’è bisogno di un segno che mi faccia confrontare con questa assenza, che mi faccia allenare con la privazione…
Non posso bypassare questa assenza, e il rischio è di “evitare di farci i conti” magari riempendomi di tanto altro, a volte fino a stordirmi…
Ecco il digiuno.
Non posso snobbarlo come fosse cosa di altri tempi.
E però devo praticarlo prima di tutto per ricordarmi di questa assenza dello Sposo… E per fare i conti con questa distanza…
Per questo mi confronto con la mia fame per entrare dentro una fame esistenziale, dentro un desiderio di Dio che getta luce su tutti gli altri desideri della mia vita…
Cosa voglio veramente?
Di cosa ho bisogno?
Cosa cerco prima di tutto?
Cosa mi è difficile lasciare?
Provoco la mia fame, per allenarmi a leggere tanti altri tipi di fame e per testare se e quanto abbia fame di Cristo…
Altro che pratica religiosa!
Nessun punteggio e nessun premio…
Solo la possibilità di rinnovare una relazione con lo Sposo…
Un amore a distanza…
Fonte: Telegram | Pagina Facebook
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