E così ha inizio. Un’altra quaresima, una nuova quaresima, altri quaranta giorni. Come se ne avessimo bisogno! Non stiamo vivendo da un anno in una orrenda quaresima senza Pasqua? Cosa dobbiamo ancora capire? Cosa scontare? Non siamo stati spinti nel deserto degli affetti, degli abbracci, dell’inquietudine?
Sì, certo. Avete ragione. Ma non andiamo nel deserto per soffrire ma per cogliere il senso di quello che sta accadendo, per dare il tempo alla nostra anima, infine, di raggiungerci, di trovarci. Solitudine a quarantena non significano quaresima.
Questi sono giorni in cui farlo fiorire il deserto in cui ci troviamo. E non siamo soli, in questo percorso: Gesù viene con noi, solidale, entra nel deserto come ha fatto il popolo di Israele, liberato ma non ancora libero.
Ricomincia la quaresima, ricordandoci che quella polvere che siamo, unita all’acqua dello Spirito, diventa nella mani di Dio, una vita profondamente rinnovata.
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