Ti ricordi quella volta in cui Gesù baciò addirittura un uomo?
Fra tutti, Gesù incontra un sordomuto. Altri glielo presentano e gli chiedono il miracolo. Gesù però cerca una relazione più intima con lui, una relazione che lui stesso possa capire, nonostante la sua infermità. Non gli parla. Non gli fa domande. Lo prende per un braccio, gli tocca gli orecchi, usa la sua saliva per bagnargli la bocca.
Cose fisiche, materiali, comprensibili anche ad uno che non poteva né parlare né udire. Che senso avrebbe avuto se Gesù gli avesse parlato? Nessuno. Ma toccando quegli orecchi pieni di cerume che a tanti facevano senso e mettendogli la saliva in bocca è come se Gesù gli avesse detto: non ho paura del tuo male. Non ho paura del tuo schifo. Non ho paura di ciò per cui tutti gli altri hanno paura e si tengono lontani.
Ma ci pensate che Gesù lo ha baciato? E questo ha fatto sì che il male sparisse.
Tante volte anche il nostro male può guarire non per mezzo di medici o farmaci, ma solo attraverso un gesto d’amore. Una madre che bacia il ginocchio appena sbucciato del figlio dicendogli: “Vedi che ora non ti fa più male”? O l’abbraccio stringente di un amico per una persona che ha appena perso qualcuno di caro come a dire: “Vedi che comunque non sei solo”? “Effatà”: “apriti”, cioè apriti al mondo e smetti di avere paura: io sono con te!
AUTORE: don Marco ScandelliSITO WEB CANALE YOUTUBE