Sono anch’io come il fariseo,
Signore: vengo da te e, proprio perché sono alla tua presenza, mi ritengo superiore a quelli che ti ignorano,
a quelli che ti dimenticano, a quelli che non ti ascoltano,
a quelli che hanno altro da fare.
Vorrei, pertanto, un trattamento di favore, qualche privilegio in più o almeno un’esenzione
dalle malattie e dalle sofferenze, dalle prove della vita. Talvolta, però, mi sento anche come il pubblicano.
So di aver commesso il male, di non meritarmi il tuo amore. Mi sento sporco davanti a te, ho coscienza dei miei tradimenti, delle mie infedeltà, dei miei errori.
Non ho neppure il coraggio di levare il capo, di prendere la parola per chiederti qualcosa. Sono una persona strana, Signore,
un po’ fariseo e un po’ pubblicano;
ma tu accoglimi lo stesso, solo per amore, per misericordia. Quando mi pare di essere più bravo degli altri, tappati le orecchie. E quando sono a terra, rialzami e regalami il tuo perdono! Amen