Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 10 Febbraio 2021

Così neanche voi siete capaci di comprendere?

MERCOLEDÌ 10 FEBBRAIO (Mc 7,14-23)

Appartiene alla natura dell’uomo razionalità e discernimento. In più il Signore manda la sua sapienza perché i suoi fedeli possano sempre conoscere cosa è gradito al Signore e cosa a Lui piace. Così il Libro del Siracide: “Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo (Sir 17,1-14). Chi cammina nella Parola del Signore e obbedisce ai suoi comandamenti sempre è aiutato dalla divina sapienza perché veda il bene e lo compia. Quando invece ci si allontana dalla divina Parola e si disobbedisce ad essa, allora vi è la corruzione della stessa natura. Questa viene avvolta dalla stoltezza, dall’insipienza, divenendo natura cattiva, malvagia. Più si disobbedisce alla Parola e più la natura diviene cattiva e malvagia. È come l’acqua. Più si allontana dalla fonte del calore e più si raffredda, fino a divenire ghiaccio. Chi vuole una natura buona e giusta deve rimanere nel calore della Parola del Signore e dare ad essa ogni obbedienza. L’obbedienza ci fa veri.

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Perché ancora i discepoli non comprendono? Perché mancano della capacità di vedere il bene con immediatezza e di seguirlo? Perché essi sono stati formati in una religione nella quale i precetti degli uomini negano i precetti di Dio e dove l’obbedienza agli uomini cancellava l’obbedienza a Dio. Così dicasi anche della sapienza. La sapienza della terra oscurava la sapienza del cielo. Mancando del vero calore della Parola ascoltata e obbedita, messa in pratica, la loro natura era incapace di vedere la luce del Signore, con la quale sempre si deve separare ciò che è bene e ciò che è male. Gesù sta educando, formando i suoi discepoli perché si aprano alla verità secondo il Padre suo. Ma ancora il cammino è lungo, lunghissimo. Vanno rinnovati nella mente, nel cuore, nell’anima, nello spirito, nel corpo. Vanno rigenerati e fatti nuove creature. Ma per questo occorre che venga effuso lo Spirito Santo e la grazia della conversione, rigenerazione, nuova creazione. Tuttavia è innegabile che a quest’ora i discepoli almeno avrebbero dovuto iniziare a comprendere il Maestro. La loro non comprensione rivela quanto lungo è il lavoro per portare un uomo a pensare e a vedere con gli occhi di Dio. Solo lo Spirito Santo può cambiare un uomo. Ma lo Spirito è frutto del Pastore che è chiamato ad effonderlo effondendo il proprio sangue.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci pazienti sino alla fine nella missione.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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