“ Gli apostoli si riunirono attorno a Gesu’ e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato “.
Leggendo questo versetto mi immagino “ la gioia “, la “ soddisfazione “ di questi uomini che “ si erano fidati di Cristo “, avevano accolto il suo invito ad “ andare ad annunciare la necessità di conversione “, ed avevano visto, magari, anche dei risultati.
Volevano dirlo al Signore e, forse, si aspettavano di sentirsi dire: bravi.
Si erano talmente impegnati che “ non avevano neanche il tempo di mangiare “.
Il Signore, però, dice loro: “ Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ “.
Che significa?
Che Cristo non è contento?
Assolutamente no, ma vuole dare a loro e, oggi, a noi, un’indicazione precisa.
Non bisogna mai farsi “ travolgere “ dall’attivismo ma anche “ dedicarsi del tempo di ristoro, di riposo “, dove “ mettersi in disparte “ e dialogare con Cristo per verificarsi.
Gesu’ ci dice, in altre parole, che dobbiamo avere sia tempi di “ preghiera “, di riposo, sia tempi di “ azione “, senza farci assorbire completamente da una sola delle due dimensioni, entrambe indispensabili.
Agire solo senza sostare con Lui significa perdere relazione, perdere familiarità con il Salvatore; atteggiamento, quest’ultimo, che trasforma l’agire in un “ mero attivismo “ fatto più per compiacere sè stessi, per ricevere complimenti, piuttosto che per servire Dio nei fratelli.
Rimanere solo in preghiera significa non incarnare il Vangelo e non mettere in pratica cio’ che Cristo ci suggerisce nell’intimità dell’incontro con Lui.
Prega e, poi, agisci.
Questo è quello che ci dice la Parola di oggi.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello