Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò
VENERDÌ 5 FEBBRAIO (Mc 6,14-29)
Erode è uomo stolto. Sempre quando si cade nell’idolatria e nell’immoralità si esce dalla sapienza e dall’intelligenza, dalla razionalità e dalla capacità di dedurre e argomentare secondo verità e si precipita nella stoltezza e insipienza. Quando si abbandona il Signore la mente diviene di rame e il cuore di bronzo. Si oscura la luce della verità e della giustizia, si precipita nelle tenebre della falsità e di ogni ingiustizia. In più si perde anche la forza di opporsi al male. Quando si cade nel peccato e si abbandona la via della vita, si è come foglie secche portate dal vento di Satana dove lui vuole che noi andiamo. La storia è questa triste e tremenda realtà: dal peccato ci si inabissa nel peccato e dal peccato si pronunciano solo oracoli falsi: “Oracolo del peccato nel cuore del malvagio: non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi; perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi, nel non trovare la sua colpa e odiarla. Le sue parole sono cattiveria e inganno, rifiuta di capire, di compiere il bene. Trama cattiveria nel suo letto, si ostina su vie non buone, non respinge il male” (Sal 36 (35) 2-5). Se poi accanto ad un peccato si aggiungono altri peccati peggiori di lui, non vi è più possibilità di salvezza. Il male si abbatte come uragano e distrugge l’uomo anche in quella piccolissima luce che ancora rimane nel suo cuore per grazia e misericordia di Dio.
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Oggi al discepolo di Gesù è chiesta grande prudenza, saggezza, lungimiranza, fortezza e intelligenza nello Spirito Santo per non essere travolto dalla sua fragilità, debolezza, concupiscenza, superbia, stoltezza, frutto in lui del peccato. Deve vigilare perché dinanzi a lui molte sono le Erodìade e moltissime le Salomè che danzano danze di peccato, immoralità, idolatria, al fine di conquistare il suo cuore. Oggi è una danza particolarissima: quella della salvezza senza Cristo Gesù e senza la sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, senza conversione al Vangelo e senza alcuna fede nella verità rivelata dallo Spirito Santo. Questa danza sta conquistando molti cuori e li sta spingendo non a uccidere Giovanni il Battista, ma lo stesso Autore della Salvezza: Cristo Gesù nostro Signore, Salvatore, Redentore, Dio. Dinanzi a questa danza che il mondo dell’idolatria e dell’immoralità celebra dinanzi ai nostri occhi, il cristiano è come se fosse folgorato, più che Saulo sulla via di Damasco. Si tratta però di una folgorazione satanica e infernale e non di certo una folgorazione di Spirito Santo.
Madre della Redenzione, Angeli, Santi fate che mai ci lasciamo folgorare dal male.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.