Il Signore è grande e buono nell’amore.
La prova non è segno dell’abbandono di Dio. Il Signore corregge e prova colui che ama. Bisogna superare il dolore del momento in attesa della gioia e della pace che verranno. Pur di non fare il male, dobbiamo resistere fino al sangue accettando con fede, sempre preoccupati di rispondere alla grazia del Signore e di non lasciarci prendere dal peccato: la radice velenosa che infetta la sofferenza ci colpisce e spesso non sappiamo perché.
Sappiamo però che possiamo usarla per una realistica meditazione sulla fragilità della vita e per riconoscere che tuttavia Dio ha pietà di noi. Egli ci conosce e sa che siamo fatti di polvere. Ma ai suoi occhi non siamo polvere, bensì figli che Egli ama con tenerezza. È sempre l’incredulità il grande ostacolo alla salvezza, all’efficacia della presenza e dell’opera di Cristo.
Senza fede il miracolo stesso non avviene. Nell’incredulità dei compaesani di Gesù è prefigurata l’obiezione di quanti non vorranno accogliere il Signore che si presenta in forma strana, senza promesse di prestigio, senza insegne di gloria. Egli semplicemente si meraviglia della nostra incredulità ma comunque va per i villaggi a insegnare e proclamare il Regno di Dio a coloro che hanno il cuore disposto…
Apriamo il nostro cuore all’Amore di Dio.
Monaci Benedettini Silvestrini
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