Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2021

Come è scritto nella legge del Signore

MARTEDÌ 2 FEBBRAIO (Lc 2,22-40)

La famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe nasce dall’obbedienza a Dio. Gesù si fa carne nel seno della Vergine Maria per obbedienza al Padre: “Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo»” (Sal 40 (39) 7-9). La Vergine Maria è Madre di Gesù per vocazione e per immediata risposta di accoglienza nella fede: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Cfr. Lc 1,26-38). Anche Giuseppe è sposo castissimo della Madre di Dio e Padre di adozione di Cristo Gesù per vocazione e per immediata obbedienza (Cfr. Mt 1,18-25).

Non basta nascere dalla fede, come risposta di obbedienza ad una particolare vocazione e missione. Occorre poi portare tutta la vita nell’obbedienza alla Parola scritta per noi nelle sacre pagine, parola per noi contenuta nel Libri sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. Maria e Giuseppe portano il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore così come prescrive la Legge del Signore. Così come la Parola di Dio comanda, così sempre si deve operare. Come Gesù vive per fare la volontà del Padre suo, così Maria e Giuseppe vivono per fare la volontà scritta da Dio nella Legge, nei Profeti, nei Salmi per loro. Obbedienza perfetta sempre.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

È giusto che ci si soffermi alquanto sulla professione di fede di Simeone: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”. Dio, il Signore, il Creatore del cielo e della terra ha una sola salvezza da dare a tutti i popoli: Cristo Gesù, suo Figlio. Gesù è anche la luce che deve rivelare chi è il Signore davanti alle genti. Gesù è gloria del popolo del Signore perché è un frutto, oltre che dono di Dio. In questa professione di fede vi è tutta la missione di Cristo e del suo corpo che è la Chiesa. Se la Chiesa non dona Cristo, priva il mondo della sua vera salvezza. Se la Chiesa non illumina il vero Dio con la vera luce di Cristo Signore, le genti rimarranno senza vera conoscenza del loro Signore, Creatore, Dio. Il cristiano mai deve dimenticare che è lui il datore al mondo della salvezza e della luce che sono in Cristo Gesù, nella Chiesa. 

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che mai dimentichiamo la nostra missione.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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