Se ascoltaste oggi la sua voce!
Sal 94
C’è un passaggio nel Salmo di questa domenica che ogni volta che lo incontro mi lascia spiazzato. Canta il salmista: Se ascoltaste oggi la sua voce. E così mi trovo a dialogare con il Signore ripetendo questo versetto in modo un po’ provocatorio e all’infinito: Se ascoltaste oggi la sua voce. Se ascoltaste oggi la sua voce. Se ascoltaste oggi la sua voce. Cosa dovrebbe accadere Signore se ascoltassimo, oggi, la tua voce? E insisterei: Raccontacelo, Signore, perché noi siamo qui. Qui per ascoltare la tua voce! Qui seduti ai piedi del tuo altare per ascoltare la tua voce. Stiamo sulla tua Parola per ascoltare la tua voce e cercare la Via per essere felici o per Semplicemente Vivere. Noi ascoltiamo la tua voce ogni domenica, forse, qualcuno di noi, ogni santo giorno.Che cosa dovrebbe accadere, se ascoltassimo la tua voce? Perché noi qui moriamo ogni giorno!Perdiamo il lavoro ogni giorno! Vediamo il male ogni giorno! Sentiamo brutte notizie ogni giorno, sulla nostra vita, sulla vita delle persone che amiamo e sulla vita del mondo! E il salmista continua: Non indurite il cuore come a Meriba!. Allora incalzerei il Signore: Ma come non indurire il cuore, in questi tempi oscuri? Come non incattivirci? Come non imbruttirci? Come uscirne migliori? Davvero migliori dopo questa situazione quando arriverà il dopo. Noi ti chiediamo ogni giorno qualcosa e tu rispondi? Piangiamo ogni giorno e tu asciughi le nostre lacrime? Preghiamo ogni giorno ma tu spesso sei in silenzio. Tu, spesso, sei il Silenzio! Non indurite il cuore come a Meriba!. Sì, forse, abbiamo il cuore indurito! E così potrebbe sorgere quel grido dal profondo, quel grido che prende forma nel vangelo di oggi, il grido dello spirito impuro: Sei venuto a rovinarci?
Taci! Esci da lui!
Mc 1,21-28
Ma la parola di Dio, graziosamente, continua. Non si ferma qui. Non si arresta mai lasciandoci nelle tenebre a gridare parole insulse. La Parola risponde con fermezza e forza e autorità che tutti stupisce e intimorisce. Il Signore placa ogni timore, dubbio, dolore e pronuncia parole forti e severe, potenti e liberanti: Taci! Esci da lui. E lo spirito impuro uscì da lui. Ecco il miracolo della parola di Dio. Far tacere ogni preoccupazione e ogni provocazione per liberarci da esse con la potenza della sua autorevolezza. Se ascoltassimo davvero la sua voce, il miracolo della Parola sanerebbe tutto quello che preoccupa – che occupa – con violenza il nostro cuore per fare spazio a lui, a noi, agli altri.
Insegnava come uno che ha autorità
E quello che stupisce e intimorisce insieme, è l’autorità con cui Gesù offre e impone il suo insegnamento. È straordinario il significato che porta in sé la parola Autorità. «Autorità» deriva da auctoritas, che è l’astratto di auctor. Sono termini della lingua latina che rinviano al verbo augeo, e in latino classico significa accrescere. Alcuni studiosi, tra cui Emile Benveniste (linguista e accademico francese, pioniere della svolta testuale in campo linguistico), mostrano però come augeo in origine non significasse l’aumentare, l’ingrandire quello che già c’è, ma l’atto di porre in essere ciò che prima non c’era.
L’atto di porre in essere ciò che prima non c’era…
L’autorità ha a che fare con la creatività, con il fare esistere qualcosa di nuovo. Gli insegnamenti di Gesù sono con autorità perché hanno la potenza di generare qualcosa che prima non c’era: libertà, visione, ascolto, movimento, accoglienza, pane, pesci, e vita e vita che non muore. Allora? Se ascoltassimo davvero la sua voce, certamente Dio creerebbe qualcosa di nuovo in ciascuno di noi.
Da qui non dimentichiamo che l’autenticità dell’essere testimoni del Vangelo non è direttamente proporzionale alla nostra coerenza (che brutta parola), ma alla nostra capacità di generare qualcosa di nuovo attorno a noi con la sua Parola.
Commento alla Parola della domenica a cura di don Vanio Garbujo. Visita il suo sito www.igiornidelrischio.com