Una parabola oggi molto conosciuta da tutti noi, anche da chi non è pratico della Sacre Scritture, è la parabola forse più gettonata quella del seme e della Parola che Marco incornicia in una delle giornate più piene delle dell’attività evangelizzatrice di Gesù. L’importanza di questa parabola è determinata dal suo contenuto. Gesù dice: se non capite questa parabola non capirete neanche le altre”….perché tutto ruota intorno all’ascolto della sua Parola. È l’ascolto della Parola di Dio che ci rende cristiani.
Se non ascoltiamo la parola non siamo cristiani: è molto stringente la logica di Gesù che Marco ci presenta in questa parabola. Le osservazioni che possiamo fare sono tre: Dio parla al cuore di ciascuno di noi attraverso la Parola del Figlio suo fatta carne e non si stanca mai di offrirci questa Parola ogni giorno. Egli sa già che questa Parola può andare perduta perché non ci sono le condizioni favorevoli affinché essa come seme, germogli. Tre possibilità di fallimento enuclea Gesù, solo una di successo. Quindi il rapporto tra fallimento e successo nella nostra vita è determinato proprio dalla centralità della Parola di Dio. E Dio non si pente mai del poco risultato che ha seminando la parola in noi, ma rischia e tenta sempre. È la sua grande pazienza con noi!
La seconda considerazione è che Dio si focalizza sul frutto che questa Parola può portare in chi lo accoglie. Non quantifica il fallimento….non si sa quanto avrebbe prodotto quel seme che è andato perso ma si sa quanto può produrre il seme che viene accolto e su questo pone l’accento Gesù. A Dio interessa il frutto che noi portiamo quando accogliamo la parola. Per questo “perdona” ogni nostra indifferenza verso la Parola, per puntare tutto sul frutto che possiamo dare. Questo frutto varia a seconda di quanto impegno ci mettiamo a purificare il nostro cuore attraverso la Parola. Più questa Parola purifica il cuore mediante lo Spirito santo, più noi possiamo portare frutto e il frutto è la santità, il frutto è la trasformazione della nostra vita a immagine di quella del Figlio di Dio. La terza considerazione che questa parabola ci fa fare per la nostra vita è che queste variabili presentate da Gesù del terreno che dovrebbe accogliere il seme, le viviamo nella nostra esistenza. Non siamo sempre assidui frequentatori della Parola.
E rimaniamo poveri e fragili. La potenza della Parola in noi non solo ci cambia l’esistenza ma ci rende forti nella fede, saggi, ripieni di amore per noi stessi, gli altri, Dio. Tutto da guadagnare ascoltando e meditando la Parola. La messa in pratica, cioè l’incarnazione della Parola nel nostro quotidiano ci rende veramente figli di Dio somiglianti al Figlio. Oggi questa pagina ci faccia considerare quanto siamo ancora superficiali nella conoscenza della Parola e quanto bisogno abbiamo di conoscerla, amarla, comprenderla. Abbiamo bisogno di formazione alla Parola. Mettiamo nella nostra agenda questa priorità e così inizieremo davvero a portare frutti di santità. La santità parte dal seme della Parola gettato ogni giorno nel tuo cuore. Sta a te fare il resto.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade