Medita
Oggi è il giorno della conversione di San Paolo e la liturgia fa un grande salto nel vangelo di Marco e arriva alla fine del capitolo 16, quando Gesù risorto invia i discepoli in missione “in tutto il mondo” e “a ogni creatura”. Il testo non è di Marco, è una aggiunta posteriore, anche se fa comunque parte del vangelo canonico.
Paolo è un passaggio importante per la storia di Gesù che stiamo leggendo in questo mese. Marco infatti mostra Gesù che annuncia un regno di Dio fondato sulla misericordia per tutti, senza esclusioni. Ma il popolo non capisce, le autorità religiose non capiscono e complottano contro Gesù per farlo morire. Nemmeno la sua famiglia capisce. Nemmeno i Dodici, con cui aveva parlato a lungo e che aveva avuto con sé. Quando Gesù muore, tutto potrebbe finire. E il vangelo di Marco finisce in effetti con lo sconcerto delle donne al sepolcro (che “erano piene di spavento e di stupore”), che non parlano a nessuno del sepolcro vuoto (“non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite”, Mc 16, 8). Il racconto delle apparizioni di Gesù risorto è una aggiunta successiva.
Poi un giudeo zelante di nome Saulo, che nei primi anni di diffusione dei racconti di Gesù viene mandato a confutare i discepoli e a perseguitarli, fa una esperienza del tutto simile all’incontro personale che hanno avuto i Dodici. Incontra Gesù di persona, così racconta Paolo per ben tre volte negli Atti degli Apostoli. Lo incontra nel buio, quando i suoi occhi non vedono niente. Lo incontra in una voce (“Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”) che lo chiama per nome, si mostra come la voce di un vivente, si identifica con le vittime, lo chiama a cambiare vita. Paolo capisce che il regno annunciato da Gesù è per tutti, che nella sua carne sono state annullate le divisioni.
Per riflettere
Un’altra piccola incursione nella storia dell’arte. Nella Conversione di San Paolo di Caravaggio (1601) si vede Paolo a terra con gli occhi chiusi, accecato dalla luce. Le braccia però sono alzate, come a cercare un abbraccio. Forse la conversione richiede questo. Non è necessario avere gli occhi aperti: possiamo anche stare nel buio, non capire tutto, vivere una situazione di incertezza e di confusione. Ma dobbiamo cercare un abbraccio, un affidamento.
Preghiera finale
Signore, tocca i nostri cuori,
affinché, seguendo la tua croce,
noi diventiamo messaggeri del tuo amore e della tua pace,.
fa che il nostro cuore sia colmo di gioia,
perché riconosciamo la tua presenza in mezzo a noi.
Rendici accoglienti, Signore, verso tutti.
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi